World Of Final Fantasy – Recensione PS4

World Of Final Fantasy si pone sin da subito come la porta d’accesso per i nuovi fan, anche giovanissimi, verso l’universo di Final Fantasy. Ma solo in parte, perché il gioco è opera a sé, completa e variegata esperienza videoludica. Non solo nuovi e giovani fan, dunque, perché la mastodontica ricerca di contenuti, il complesso sistema di combattimento e di crescita dei piccoli miraggi che ci accompagnano nell’avventura, le loro peculiarità in battaglia, sono evidenti segnali della ricerca di un target, almeno in minima parte, esperto nel genere JRPG. Quindi non stiamo parlando del giochino fantastico, semplice, lineare, avvolgente, creato solo per affascinare i più piccoli nuovi fan della saga, ma anche un complesso sistema che funziona a meraviglia, complessità che sfocia in divertimento che solo chi fa esperienza con i giochi di ruolo alla nipponica può apprezzare appieno. Gli altri dovranno imparare. O risvegliare queste caratteristiche che dovrebbero apparire quasi innate.

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World Of Final Fantasy si apre benissimo quindi ai nuovi proseliti, ma coinvolge a lungo anche i più esperti del mondo FF. Lo fa in vari modi, partendo dalla scelta dei personaggi che via via si incontrano, e che rievocano i bei tempi nella memoria di chi ha seguito la saga in ogni sua sfaccettatura e può quindi rivedere e rivedersi in scenari consueti, vecchi e allo stesso tempo nuovi. Personaggi che vengono ricollocati e contestualizzati nella storia, figure quasi mitologiche del mondo di FF che tornano per aiutare i protagonisti al momento del bisogno. E il bisogno altri non è che il recupero della memoria dei due protagonisti.

Alla ricerca della memoria perduta: crescita e trasformazione

I due ragazzi, protagonisti di nuovo conio, quindi non mutuati da altri capitoli della saga, si risvegliano su di una spiaggia isolata con la memoria totalmente cancellata. Non hanno idea di vivere in un mondo fittizio, che gli servirà da punto di partenza per la propria crescita, e per riacquistare la memoria perduta. Tutto il gioco insomma, tutta la storia sembra incentrata nel recupero della memoria e nella crescita personale. Quello che in poche parole sembra cercare con WOFF lo stesso director Hiroki Chiba: costruire un nuovo futuro partendo dalle basi solide del passato, dalla storia e da quei personaggi e quegli ambienti che a Final Fantasy e ai suoi fan di vecchia data danno sicurezza. E anche i nuovi e i più giovani dovranno apprendere quelle basi per poter entrare di diritto nel mondo di Final Fantasy. Poco importa se le grafiche, i personaggi quasi caricaturizzati e di pokemoniana memoria, la semplicità e l’ironia dei dialoghi, la simpatia dei piccoli miraggi sembrano fatti apposta per i più giovani: è un’evidente esca, che li attirerà all’interno di un mondo ben più complesso, avvincente e ostico di quello che può apparire.

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E Lann e Reynn, i gemelli protagonisti, dovranno proprio affrontare la realtà e questo lungo viaggio nella ricerca della memoria perduta, di riacquisirla con la pratica della cattura dei miraggi (anche questa di pokemoniana memoria) e affrontando non poche avversità. Tra ostacoli e nuovi scenari, ai due protagonisti apparirà una sorta di spirito guida, Tama, dalle forme controverse, simili ad un cane bianco volante, che farà il suo ingresso sulla scena sin dall’inizio. In testa a Lann, quest’ultimo inconsapevole. Ma i ben attenti sin da subito capiranno che la crescita dei due protagonisti sarà anche fisica, visiva, con la costituzione delle pile con i miraggi che via via verranno catturati mediante i prismaliti. Il tema della crescita sembra accompagnarci per tutto il percorso, così come quello della trasformazione: sia i due protagonisti, da lilichini – figure caricaturali degli stessi personaggi, a misure ridotte – a Jiganti e viceversa, sia gli stessi miraggi, infatti, potranno trasformarsi e andare così a modificare le nostre opzioni in battaglia. Ad esempio, il Chocobino, piccolo miraggio che potrà essere a disposizione ben presto, si trasformerà in Chocobo, e diventare persino cavalcabile dai protagonisti raggiungendo determinati requisiti. Questi verranno selezionati e scelti dal giocatore in un apposito miraggiario, che permetterà il crafting vero e proprio del miraggio e di acquisire doti da sfruttare con parsimonia in battaglia.

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La trasformazione dei miraggi ci porta a trattare delle ‘taglie’ dei componenti della pila: i protagonisti in forma jigante saranno infatti considerati di misura Large ‘L’, e faranno parte della base della pila, con sopra un miraggio di taglia M e uno di taglia S. Quando invece i protagonisti battaglieranno in forma lilichina, acquisiranno la dimensione M, e avranno quindi da scegliere (con attenzione) il miraggio Large da tenere sotto e quello S, sopra. Ben si comprende, sin da subito, che le peculiarità delle pile condizionerà l’esito più o meno veloce o positivo delle battaglie.

Il battle-system, ad ogni modo, è piuttosto personalizzabile, in base alle proprie esigenze di gioco (e di tempo). Per non sfociare nella ripetitività, infatti, oltre ad un comparto di diverse modalità di attacco, in base anche alle pile composte, sarà possibile velocizzare i turni (e i dialoghi), e far scorrere il tempo anche mentre si decide la propria mossa. Una scelta, appunto, che dipenderà dalle reali esperienze che avete nei JRPG classici.

Della memoria dicevamo: da quello passa tutto, dal recupero di reminiscenze perdute, che anche gli stessi giocatori di vecchia data, oltre ai due protagonisti, si troveranno davanti con l’avanzare della storia. Come non ricordare i tanti personaggi della saga e che costellano anche la storia di World of Final Fantasy, come ad esempio Yuna o Refia, Charlotta o Il guerriero della luce, la principessa Sara, Shiva, Ifrit e Ramu (FF XIII), o anche le città di Saronia e Cordelia, i mondi di un Final Fantasy che non si è perduto, ma, piuttosto ritrovato. Ritrovato come la memoria di Lann e Reynn, che pian piano riaffiora, e gli consente di acquisire dimestichezza nella battaglia contro il male comune di Grymoire: l’esercito degli Bahamut.

Su comparto tecnico e grafico World of Final Fantasy è ineccepibile, in linea con le scelte del director e di Square Enix e con i target di riferimento: vecchi e nuovi fan. Il gioco e la storia sono fluidi e semplici all’apparenza, ma si inerpicano anche in una miriade di sotto-quest e ricerche, di item o di personaggi storici. Piuttosto lungo e completo nella narrazione degli eventi e nell’enumerazione di personaggi da sbloccare e miraggi da catturare. Ottimo il connubio tra le musiche, davvero eccellenti, e gli ambienti coloratissimi di questo sunto del mondo di Final Fantasy, con tratti decisamente meno misteriosi e cupi dei predecessori.

World of Final Fantasy racconta con sapiente maestria tecnica e narrativa la storia di due gemelli, alla ricerca della memoria perduta in un mondo fastastico. Si erge come apripista per un nuovo approccio verso una saga famosa e ben conosciuta, sfruttando le caratteristiche vincenti della stessa e rinnovandole con uno stile particolarissimo e al passo con i tempi videoludici.

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