Akiba’s Beat – Recensione PS4

Partiamo subito specificando come la recensione di Akiba’s Beat per console PlayStation 4, quella che abbiamo adoperato, si rende necessaria per due motivi principali, il primo è quello di fuorviare coloro i quali si erano avvicinati all’universo di Acquire con il primo titolo dello studio, Akiba’s Trip, si troveranno sicuramente spaesati. Infatti in Akiba’s Beat l’atmosfera è decisamente più seriosa e meno orientata all’aspetto erotico che tanto configura l’immagine anime e manga del primo capitolo. Il secondo motivo è anche nel genere, quindi non solo nei contenuti, perché quest’ultimo titolo di Acquire è un vero e proprio Actiong RPG in salsa Japan ma con battaglie in tempo reale, con tanto di crafting di indumenti, item e armi dei personaggi, con tanto di raccolta dei materiali e di ‘capatine’ ai vari market per rimpinguare i propri averi e rimetterli a disposizione in battaglia.

AKIBA'S BEAT

Di particolare, perché al contrario Akiba’s Beat c’è da dire che sembra molto ricco di stereotipi del genere – anzi è proprio un pentolone all’interno del quale si trovano gli elementi RPG alla giapponese, gli elementi action japan e anche i personaggi, con il nerd, la fanatica, la ‘fuori fase’, l’ambientazione di Akihabara etc etc – è bene sottolineare il leit-motiv che ‘muove’ la storia vera e propria. E anche una trovata interessante nella parte più ruolistica di Akiba’s Beat, il crafting dei poteri con l’utilizzo di CPU, chip, Memorie Grafiche, schede video etc etc. a mo’ di un assemblaggio di PC Gaming a tutti gli effetti.

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La storia è mossa proprio da una trovata non banale: i personaggi – il protagonista è un NEET, ossia un Nerd nulla facente e perdigiorno e felice di esserlo, che viene spinto a diventare un eroe controvoglia (ricorda qualcosa?) – si trovano bloccati in una sorta di circolo temporale che si ripete ciclicamente nella città brillante e luminosa, e per uscire dal ciclo spazio-temporale in cui sono invischiati dovranno affrontare le ‘delusioni’ degli abitanti di Akihabara. Infatti, gli abitanti della città dei neon e iper-elettronica, sono intimamente afflitti da delusioni della vita che si traducono in Dungeon che i protagonisti devono affrontare, con tanto di mostri e boss da mettere al tappeto: i DelusionScapes. A questi i personaggi accedono da una apposita porta segreta, non senza aver prima approfondito e conosciuto l’abitante afflitto dalla delusione di turno. Il giorno si ripete all’infinito e i personaggi, volenti o nolenti, devono risolvere i vari dungeon per venirne a capo.

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Detto della particolarità della storia e anche di una parte specifica del crafting e della crescita dei personaggi legata indissolubilmente all’universo dell’assemblaggio del PC Gaming, le novità sono piuttosto limitate in questo Action RPG di Acquire. I dialoghi molto prolissi, non sono ovviamente indicati per chi non conosce l’inglese a dovere, ma sono piuttosto coloriti e anche divertenti, specie quando enta in gioco PinKun, il grazioso famiglio rosa che quando apre bocca è piuttosto pungente e anche sboccato talvolta. Gli stessi dialoghi sono fortemente influenzati da una sorta di Slang da Nerd, allo stesso modo delle ambientazioni, del crafting e di altre peculiarità del titolo.

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Non molto altro purtroppo, il battle system, ad esempio, è sicuramente dinamico e molto più orientato all’aspetto ‘action’ di un Tales Of piuttosto che ad un RPG alla giapponese più tradizionale, con colpi speciali che stavolta sono legati alla musica, alle combo musicali e alle tracce migliori scovate dai vari personaggi: ma appare piuttosto semplificato, anche il comparto tecnico e di design non è sicuramente a un livello di cui poterci sbalordire più di tanto. Anzi, proprio nel design e nella grafica si poteva e doveva fare di più, visto che sia l’ambientazione che anche la storia si prestavano a una cura più attenta di tutto il comparto tecnico-grafico.

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In pratica, chiudendo il cerchio, Akiba’s Beat ci mostra quello che poteva essere, con alcune trovate e novità che non sono assolutamente da sottovalutare nella storia e nella parte più ‘ruolistica’ del gioco, ma non approfondisce a dovere dinamiche di gameplay e tecniche che avrebbero meritato ben altro. Quindi, l’ultima fatica di Acquire è strettamente indicata per una nicchia di videogiocatori, sicuramente non per tutti.

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