Con Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey Koei Tecmo e Gust entrano di prepotenza, non abbandonando l’aggraziato e rilassante mondo della lunga serie Atelier, nella console ammiraglia di Sony. Anche se con Atelier Sophie il passo in avanti della coppia vincente aveva già dato notevoli frutti, in termini di gameplay, velocità e framerate, con questo 18esimo capitolo della saga si riesce a vedere tutto il potenziale del mondo fantastico e misterioso di Firis, dipinto in maniera magistrale e con la consueta leggerezza di stile.
Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey altri non è che il secondo capitolo di quella che sicuramente diventerà una trilogia, il sequel di Atelier Sophie: The Alchemist of the Mysterious Book, stavolta incentrato sulla nuova, giovane e graziosa protagonista Firis.
Un po’ di Storia e contesto nel mondo di Firis
Firis Mistlud vive nel paese di Ertona, un piccolo mondo chiuso in cui l’attività principale è l’estrazione dei minerali. E proprio nella tecnica (e nella fortuna!) dell’estrazione di minerali, di cui la piccola terra si mostra ricchissima, Firis eccelle. Ma ben presto, il mondo così limitato diventerà un contenitore troppo piccolo per trattenere le voglie di avventura e di viaggi esplorativi della giovane Firis: ma ci sono dei limiti che all’inizio appaiono invalicabili. C’è una porta, quella di Ertona, troppo pesante da aprire, e come se non bastasse, anche la assoluta riluttanza di genitori e della sorella ad assecondarne i propositi. La sorella Liane, tra l’altro, contribuisce con le sue avventure e i suoi racconti a fomentare la voglia di evasione della piccola sorella, visto che costantemente si reca al di fuori del paese per cacciare. Ma Firis è ostinata e vorrebbe poter vedere il cielo in tutta la sua maestosità e non dal piccolo pertugio che sembra quasi apparire come fosse un miraggio: Ertona viene infatti presentata quasi fosse esclusivamente una miniera, un mondo chiuso all’esterno ma anche privo di luce naturale.
L’occasione, c’era da prevederlo – ma se non fosse stato così saremmo rimasti delusi – si presenta quando un’avventuriera si presenta ad Ertona: una alchimista, che sin da subito si mostrerà ben disposta ad assumere il ruolo di ‘sensei’ per la nostra protagonista. Stiamo parlando ovviamente di Sophie, la protagonista principale del prequel. Da questo momento inizierà la corsa contro il tempo di Firis, per convincere tutti e ottenere le necessarie certificazioni per passare l’esame e diventare apprendista modello nell’arte dell’alchimia. Qui inizia il viaggio misterioso di Firis, con tanto di Atelier portatile ad accompagnarla nel suo lungo percorso di crescita nell’arte alchemica e nell’esperienza del mondo esterno.
Il viaggio a tempo (un anno), come anche in altri capitoli della serie, ritorna quindi in Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey, dando un senso alla tempistica e alle esigenze nella ricerca e nel reperimento dei materiali necessari alla sintesi alchemica, ma non inficiando la fruizione completa dell’altra novità del titolo: l’open world. La prima novità, come detto, sta nell’opportuna portatilità della tenda. Un Atelier Mobile che consente alla piccola Firis – visto che ogni azione ha una conseguenza e consuma la barra dell’energia – di poter ricaricare le pile senza dover tornare al paese natio. Una bella trovata questa che velocizza i tempi della storia e del racconto, rendendo il viaggio dinamico in ogni sua parte. Il tempo limite, dal canto suo, rischierebbe di porre dei confini alla voglia di esplorazione del giocatore (e di Firis in cui ci si immedesima sin da subito), ma stavolta la concessione è talmente ampia da permetterci di apprezzare appieno il vasto mondo aperto di Atelier Firis.
Alchimia di un JRPG dipinto con stile
Passiamo al comparto tecnico e grafico, che, come anticipato, con questo 18esimo capitolo fa un vero e proprio salto di qualità: possiamo infatti notare come ambientazioni e personaggi siano curati nei minimi dettagli e la velocità di gioco, specie durante l’esplorazione, regge benissimo i 1080p e i 60fps, con rarissime eccezioni. Il sistema di combattimento risulterebbe forse troppo classico se non ci si immedesimasse nella natura vera e propria della serie: Atelier Firis è un JRPG a tutti gli effetti con combattimenti a turni che, quindi, fermano l’azione e il viaggio, come i più classici giochi di ruolo in salsa giapponese, ma che denotano anche alcune novità rispetto al passato. Firis infatti è la protagonista principale, e come tale va protetta dagli altri membri del party. Per questo è stata introdotta la Support Guard, una sorta di sacrificio di uno dei compagni di Firis, al fine di assorbire i colpi che altrimenti sarebbero destinati alla piccola protagonista.
Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey, come tutti i predecessori, è ovviamente orientato alle capacità creative dell’arte alchemica, sarà questa infatti che consentirà a Firis di poter attraversare laghi e fiumi, di potersi procurare materiali altrimenti irraggiungibili, di creare armi e accessori utili alla ricerca e al viaggio, nonché al combattimento.
L’art-style è curato e impeccabile, il design dei personaggi è forse l’aspetto tecnico che consente a questo ultimo titolo di Gust e Koei Tecmo di fare un vero e proprio salto di qualità: il gusto artistico e i lineamenti aggraziati, in ogni fase dell’esperienza di gioco (partendo dal viaggio per giungere ai dialoghi, alle battaglie e alle animazioni) della protagonista e dei personaggi principali, sono infatti di altissimo profilo. Grafica e design amplificano e corroborano l’esperienza videoludica a tuttotondo: accompagnano il giocatore durante tutta l’esperienza, e, insieme a musiche davvero azzeccate, contribuiscono in Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey a mettere in risalto la spensieratezza dei paesaggi e dell’avventura della protagonista, nonché una totale dedizione alla creatività e alla curiosità.
Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey fa un balzo in avanti deciso rispetto ai vari predecessori della serie, cogliendo appieno le opportunità offerte dalla tecnologia di PS4 ma mantenendo intatti quel senso di rilassatezza, spensieratezza, e di amore per il viaggio che hanno configurato la serie. Musica, Grafica e art-style eccellenti e ben curate, a fianco di un gameplay dinamico e fortemente orientato alla creazione alchemica. Le battaglie classiche da JRPG a turni ritornano e si rinnovano, offrendo un’esperienza che i fan ameranno, ma che si adatta alla perfezione anche ai nuovi giocatori che approcciano al genere.
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