Come si può resistere a svolgere il proprio ruolo di poliziotto di quartiere nel migliore dei modi, e scalare le gerarchie, magari, chiudendo anche un occhio ogni tanto, oppure no? Beat Cop ci mette proprio nei panni di un poliziotto di quartiere, che, per rimanere nel gergo americano continuo e le citazioni che si susseguono, viene considerato dai più lo ‘sbirro’ o il ‘piedipiatti’ di turno, da cui prendere le distanze.
E non sarà facile vivere tra moralità e professionalità da una parte e dolori e accondiscendenze dall’altra, cosa fare di volta in volta? Rischiare l’insubordinazione e far saltare tutto il ‘giochino’ o vivere tranquillamente magari accollandosi talune magagne che la vita da piedipiatti richiede in un quartiere dove mangiare gratis equivale a chiudere un occhio di tanto in tanto, e dove sottostare alle dinamiche perverse ma da ‘routine’ dei propri capi e colleghi può voler dire perdere qualche capello in meno e chiudere la giornata serenamente (e superficialmente?). La scelta sarà sempre nostra, nei panni di un poliziotto di prima leva, che sicuramente punta il dito su una critica non troppo velata alla dura vita della figura professionale: persino le multe saranno come ‘obiettivi’ da raggiungere giornalmente, che il nostro capo come fosse abitudine, ci consegnerà sempre.
Poi c’è l’ambientazione da anni ’80 che non guasta, anzi, sia nella grafica che negli slangs, sia nelle situazioni paradossali, che nei contrasti con le varie gangs e la mafia, e nei vari compromessi, ben si presta al contesto creato dagli sviluppatori e alla palese critica di un lavoro non troppo gratificato e quasi costretto a svanire nella mediocrità e nelle classiche ‘mazzette’.
Oltre al contesto e alla critica di un ruolo sottovalutato e quasi per osmosi legato all’ambiente e alla storia di circostanza, il Beat Cop è un retro-game zeppo di citazioni (come non notare che i protagonisti di Aliens siano i condomini di un palazzo) da nerd anni ’80, pieno di modi di dire e situazioni stereotipizzate, paradossi che vengono ben diretti e collocati nella vicenda.
Beat Cop è un titolo di difficile collocazione, un adventure-game quasi survival, ovviamente anche simulazione, ossia dove si deve emulare un ruolo bistrattato e che richiede parecchia pazienza, giornalmente e senza sosta. E non mancano citazioni gustose e ironia, che, talvolta, sfocia anche in una risata malinconica e intrisa di tristezza di Pirandelliana memoria.
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