Utilizzare il telefonino aziendale oppure servirsi della connessione internet a scopo privato non è reato, a condizione che i costi siano limitati. Questo almeno è quanto ha deciso la Corte Costituzionale.
Il tutto scaturisce da un episodio che ha per protagonista un dirigente dell’Ufficio tecnico del comune di Stresa, che è stato denunciato con l’accusa di peculato nei confronti della P.A. Il dirigente comunale effettuava di continuo chiamate private ai suoi cari e ai suoi amici, in più trascorreva parte della sua giornata lavorativa a navigare in Rete e non certamente per motivi di lavoro.
Nell’udienza preliminare di Verbania, prima il giudice e poi la Cassazione hanno confermato il non luogo a procedere. Di fatto “l’assenza di atti appropriativi di valore economico sufficiente per la configurabilità del delitto di peculato” fa decadere ogni accusa. Siccome l’abbonamento era flat stesso discorso per la navigazione in Rete. Nello specifico il dirigente comunale ha speso più o meno 75 € di credito telefonico in due anni.
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