Quando siamo davanti a un nuovo JRPG uscito dalla casa di sviluppo Compile Heart ed edito da Idea Factory, ammettiamo che la voglia di bere tutto di colpo il nuovo titolo nato prende il sopravvento. Dark Rose Valkyrie, versione uscita per console PlayStation 4, per di più, garantisce un design dei personaggi di altissimo profilo, con Kosuke Fujishima (character designer di Tales Of in particolare) a rendere i personaggi di questo titolo ambientato in Giappone durante una catastrofe virale, deliziosi e affascinanti. Anche la storia prende piede all’inizio che è una meraviglia, sembra coinvolgerci fino in fondo sin da subito con la minacciosa Chimera, un virus che rende mostri gli uomini che ne sono afflitti a creare un ambiente ostile e ricco di mistero.
La squadra che si occupa dell’incedere indissolubile di questo virus, e che dovrà anche capirne origine e sviluppo, è formata da giovani combattenti, riuniti nella ACID. Il nostro principale protagonista è Asahi Shiramine (la somiglianza con Sorey di Tales of Zestiria è palese), nuovo capitano chiamato, dal basso della sua giovane età e pochissima esperienza, a guidare una squadra di stereotipati soldati. E la maggioranza non possono che essere soldati donna, con tutte le loro storie e graziose linee messe in primo piano. Ma ci sono anche due ragazzi e una ragazza che fa di tutto per non essere riconosciuta come tale.
La minaccia è costante, la squadra (che potrete comporre a vostro piacimento, sviluppando caratteristiche e item propri di un JRPG per ciascun personaggio) andrà in battaglia al completo, anche se l’avanguardia sarà composta da 4 elementi – con possibilità di scegliere e manovrare il leader – e la retroguardia dagli altri, sempre pronti a sostituire il membro in difficoltà. Ma non solo, ogni elemento della retroguardia potrà intervenire (ad esempio dopo aver spezzato la guardia del mostro di turno) a fianco del membro a cui è associato, attivando attacchi laterali e attacchi a catena interminabili. Una potenza devastante si scaglia contro mostri e boss che poi vanno a comporre il verro e proprio bestiario consultabile, chiamato ovviamente ‘Chimera’. Da notare, sia in tema di evoluzione della storia in Dark Rose Valkyrie, sia in tema di gameplay, che la stessa squadra verrà minacciata dal virus, che stravolgerà i rapporti e le relazioni che vengono intessute con il procedere del gioco. Asahi, infatti, stringerà relazioni e interagirà di volta in volta con i membri della squadra, accettando o rifiutando inviti, analizzando e valutando i vari membri dopo un evento o un dungeon, ma anche dovendo riconoscere il traditore che si cela all’interno del gruppo.
Il comparto tecnico e grafico, sebbene non stupisce a livello ambientale e all’interno dei dungeon, sale di livello durante le battaglie, con i personaggi, finemente disegnati e gradevoli alla vista, il character desing inoltre raggiunge livelli ancor più elevati durante i dialoghi, all’interno dei quali, come un Visual Novel di alto profilo grafico e animato, rispondono con mimica facciale e gesti esattamente alle nostre sollecitazioni (domande, valutazioni, risposte). Anche il doppiaggio, inglese, ma soprattutto giapponese, sono di alta qualità e corroborano l’esperienza ludica.
Ma, visto che questo si presenta non come un visual novel dove la storia vince su tutto (anche qui avremmo comunque qualcosa di poco approfondito da andare a valutare), bensì come un JRPG con tanto di battaglie e dungeon, con combattimenti e boss fight a turni, passiamo proprio a valutare il sistema di combattimento dal suo interno: detto della mobilità e della duttilità del party, i nostri personaggi riescono a trasmetterci il senso vero e proprio del lavoro di squadra, spessi infatti ci si trova a dover sostituire in battaglia un membro dell’avanguardia perché i punti azione scarseggiano o perché ci viene richiesta una abilità specifica.
In un sistema studiato per sbaragliare Chimeras a mai finire, funzionano a meraviglia le combo infinite attivabili, il ‘gioco di squadra e le ‘esecuzioni finali’ dove la retroguardia viene in aiuto del party con tutta la propria forza distruttiva. Quello che non viene forse soppesato a dovere è il sistema di punti azione, che tendono a consumarsi troppo presto e ci costringeranno, o a tornare di volta in volta alla base per ricaricarci, oppure ad evitare con decisione nemici meno importanti per l’evoluzione della storia per non sprecare risorse utilissime e necessarie negli scontri con i boss. Un bilanciamento che, sebbene non vogliamo definire approssimativo, meritava sicuramente una attenzione più particolare.
Il sistema di missioni e dungeon poteva risultare un po’ più aperto, invece di cadere in continui dungeon talvolta fine a se stessi, ma servono ad allungare il ‘brodo’ quel tanto che basta per farci completare l’esperienza di gioco e la storia.
In conclusione, Dark Rose Valkyrie non è certo un capolavoro tra i JRPG, e il comparto tecnico-grafico è un neo del titolo, ma il sistema di combattimento e il gameplay sono sicuramente degni di nota, e il livello viene alzato in maniera forse decisiva, non tanto dalla storia, che meritava maggiore approfondimento, bensì da un design delizioso e da doppiaggi di alto profilo. Consigliato per chi ama il mondo di Compile Heart e i JRPG in generale. Ovviamente sconsigliato, sebbene non così difficile da ‘dedurre’, a chi non conosce l’inglese, visto che DRV non è localizzato come tutti i titoli di Compile Heart / Idea Factory.