Ormai avvezzi da anni ai giochi di ruolo si stampo classico, dal design aggraziato e fortemente orientato sia allo stile anime e nipponico che verso un fanservice sempre ben accetto dai fan, Compile Hearth e Idea Factory, nel loro connubio che ha determinato i successi del franchise Neptunia, fanno un ulteriore passo in avanti con Death end re; Quest.
Passi in avanti che, come avremo modo di affrontare a breve, coinvolgeranno tutti gli aspetti del nuovo titolo JRPG, dal comparto tecnico e grafico, al design, alla trama e alla storia, fino al gameplay. Esatto, proprio quest’ultimo presenta le maggiori modifiche e, a parer nostro, migliorie evidenti ed efficaci: nel contesto di un JRPG che si presenta come uno dei più classici che hanno ormai solidificato il rapporto tra la software house nipponica e i fan di vecchia data, le novità non mancheranno, anzi, stupiranno proprio per la capacità di essere ben integrati a meccaniche note (Neptunia, Fairy Fencer F) al genere.
Cominciamo con il presentare una storia che, pur partendo da un’inflazionata figura protagonista che ha perso la memoria, si evolve su due filoni narrativi ben compenetrati, che approfondiscono tematiche anche non leggerissime e che portano ad affrontare temi importanti non senza colpi di scena. La protagonista in questione è Shina, un apparente avatar di un MMORPG che sembra vivere di vita propria e reale, come reale è la sua perdita di memoria. Ben presto scopriremo che Shina altri non è che l’unico personaggio loggato nel MMORPG, e che risulta essere una dei programmatori del gioco stesso, a fianco del giovane Arata.
Arata ha perso le tracce della collega e amica ormai da un anno, e proprio quando stava per perdere le speranze una mail viene in suo soccorso: Nonostante il gioco sia stato messo in naftalina da un anno risulta un giocatore unico loggato. Da qui i due amici, in due mondi distanti, divisi, ma paralleli, ossia quello reale di Arata e quello digitale in cui si è smarrita Shina, inizieranno a percorrere le strade che li porteranno a scoprire misteri che si celano dietro il velo che separa realtà e finzione, una finzione che ha nel digitale del MMORPG una sua realizzazione, con tanto di Bug che diventeranno quindi importanti nel procedere della storia. Una storia matura, come detto, che, seppur partendo da presupposti non proprio innovativi, affonda la lama in temi profondi come la vita e la morta, la realtà virtuale e quella di tutti i giorni, la divisioni tra mente e corpo e molto altro ancora.
Anche i personaggi incontrati da Arata in real e da Shina in virtual, seppur secondari, avranno un peso e una caratterizzazione tale da portare Death end re;Quest ad un livello decisamente superiore rispetto ai pari genere del passato. Non mancano momenti di alleggerimento tipici dei precedenti titoli della software house, fortemente orientati non solo ad ammorbidire alcuni temi scottanti, ma anche a non abbandonare i fan troppo abituati a tali dialoghi e cut-scene. C’è da dire che la storia si evolverà anche in base alle scelte del giocatore, anche se talvolta le scelte sbagliate porteranno ad un immediato Game Over. La narrazione, che procede sui due mondi paralleli a suon di dungeon e missioni in digital e a mo’ di Visual Novel nella vita reale, avrà il lieto fine solo in un caso.
Sebbene presenti anche alcune digressioni e alcuni monologhi di cui si può talvolta fare a meno tipiche dei JRPG e Visual Novel, il ritmo in Death end re; Quest no ne risulta comunque rallentato. A corroborare l’incedere del ritmo contribuiscono e non poco le fasi di combattimento: Le protagoniste, che come di consueto potremo scegliere come e dove schierare e con quale affrontare le impervie vie dei dungeon ponendone una a scelta come leader, andranno a comporre il party di tre elementi. Le battaglie partono da modalità e tecniche già viste in altri JPRG ma che vengono decisamente ampliate da alcune innovazioni non di poco conto: durante le fasi di combattimento a turni potremo muoverci liberamente nell’arena, ma dovremo far attenzione ai bug che infestano il terreno e che portano bonus e malus a seconda del tipo di bug. Inoltre, le nostre ragazze avranno tre azioni a testa da giocarsi, ma con la possibilità di combinare combo devastanti: basterà indovinare la linea di knockback del nemico colpito per farlo finire schiantato con le barriere o farlo colpire, in maniera decisa e gratuita, da una nostra compagna. La trasformazione? Il boost con tanto di outfit cambiato è ovviamente sempre dietro l’angolo, alle nostre eroine basterà superare la soglia di corruzione dell’80% per ottenere un nuovo design e abilità amplificate a livelli devastanti per i nemici in campo.
A queste innovazioni da campo (Field Bugs) e al flipper che genera ulteriore danno e combo, si unisce anche la possibilità, in determinate fai del combattimento, di evocare Arata e alcune abilità immesse nel codice al momento: potremo trasformare lo scontro direttamente in uno sparatutto, oppure in un puzzle, oppure ancora modificare le abilità, persino l’ambientazione per indebolire i nemici o rinforzare il party. Insomma, le battaglie, pur non essendo insormontabili per quanto concerne la difficoltà, sono sempre diverse e divertenti, e lasciano parecchio spazio e inventiva al giocatore.
Detto di una storia che convince nel suo dualismo realtà/finzione e coinvolge, detto delle innovazioni immesse nel sistema di combattimento e nei vari dungeon, dobbiamo andare a sottolineare che anche la grafica e l’engine risultano ottimizzati per un titolo che fa un deciso passo in avanti rispetto ai predecessori di casa madre. Un design che rievoca e non poco i ricordi del passato, che resta gradevole e aggraziato, specie per i modelli dei personaggi a forti tinte anime/manga. Convince anche la scelta delle tracce musicali, nei momenti più concitati, nei momenti di enfasi o in quelli di suspance.
Death end re;Quest è sicuramente il più innovativo e moderno JRPG nato dalla collaborazione Idea Factory/Compile Hearth, un titolo che prende a piene mani dai classici JRPG ma li porta ad un livello successivo con una storia più intricata e profonda dei precedenti, con un gameplay dinamico e innovativo per il genere, con combat-system fresco, divertente, e un design che si mantene su buoni livelli e che sicuramente strizza l’occhio ai fan di lunga data.
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