Ad oggi, rispettare le potenzialità di un franchise, le richieste dei fan, e immergere il nuovo prodotto videoludico in una sempre più esigente bagarre tecnologica sembra quasi un tabù. Bene, ci sono editori che invece sembrano essere completamente immersi nelle difficoltà del settore e sembrano quasi divertirsi nel superarne gli ostacoli e nel superarsi ogni volta che mettono mano ad un proprio prodotto. Stiamo ovviamente parlando di Capcom, che aveva già dato segnali abbastanza eloquenti di una vera e propria leadership nel settore anche a confronto con le ultime tecnologie e le sempre nuove esigenze dei fan, vecchi e nuovi: Lo aveva fatto bene, benissimo, con Monster Hunter World, con Megaman 11, e poi ha realizzato dei veri e propri capolavori nei rispettivi franchise, con Resident Evil 2 Remake, e con il nostro Devil May Cry 5.
Non dovrebbe essere l’eccezione, il lavoro egregio prodotto da Capcom per i suoi titoli, anzi: ma intanto capita sempre più spesso vedere franchise stanchi e riportati in auge con poca voglia o poca attenzione. Come si è capito non è il caso di Devil May Cry 5 che si pone subito come emblema di un franchise che aveva esigenze di una rinfrescata, che richiedeva una certa coerenza con se stesso ma al contempo di aprirsi al nuovo popolo rispettando il vecchio.
Un mondo di fan vecchi e nuovi che non potranno far altro che apprezzare dal primo all’ultimo secondo DMC5, per il costante divertimento, per lo stile rinnovato, fresco, completamente votato all’action ma che non sdegna un plot narrativo affascinante. Il tutto in un contesto di design stiloso, come il franchise richiedeva, ma nuovo e accattivante in ogni suo aspetto, un gioco dove le cose da fare sono tante, le personalizzazioni e gli approcci ai combattimenti sono molteplici e sempre differenti, il gameplay coinvolge e porta sempre a sperimentare nuove combo o colpi ad effetto, per altro corroborati da cut-scene affinate e dettagliate, con scorci splendidi, sia per gli amanti dell’arte figurativa alla anime giapponese che per coloro che prediligono un contesto più dark. E, come il titolo ci aveva abituato, le musiche metallare sono all’ordine del giorno e ben si sposano con momenti eccitanti e frenetici, negli scontri con i demoni di turno, persino con la tendenza all’iperbole nei momenti in cui si stanno ottenendo i risultati migliori.
Devil May Cry 5 ha il suo incipit con Nero, precedentemente introdotto in DMC4, protagonista e pronti ad affrontare una battaglia che non può vincere, contro un nemico che ha già ottenuto il meglio del leggendario demon’s hunter Dante. I demoni hanno vinto per volere del re demone Urizen ed è compito di Nero e del misterioso nuovo arrivato V unire le proprie forze e sconfiggerlo prima della fine dei tempi. Certo, vedere Dante in difficoltà non è sicuramente ciò che ci si aspetterebbe, ma nel contesto narrativo del gioco il tutto è ben amalgamato e procede con il piglio giusto, affianca parallelamente e in maniera convincente l’incedere delle vicende.
Come in ogni DMC, ciò che spicca e deve farsi valere prima di tutto è il combattimento: in una serie hack e slash dai ritmi veloci, che premia stile e sperimentazione DMC 5 non è da meno, lo vediamo sin dall’inizio con Nero. Il suo personaggio mantiene la fluidità delle precedenti apparizioni di Dante, peraltro migliorato con l’avvento del sistema di braccio Devil Breaker. Braccio che diventa parte fondamentale delle personalizzazioni dei combattimenti, visto che viene strappato a inizio gioco allo stesso Nero. Si rivolgerà a Nico, una ragazza che sviluppa armi basate su macchine create da parti di demoni caduti.
Le abilità di Devil Breaker possono variare: dall’esplosivo alle braccia che possono rallentare il tempo o estendere la combo di spade. La new entry V è invece quello che affascina maggiormente: Quest’ultimo infatti più che gettarsi a capofitto in battaglia sfrutta Demoni dando loro ordini a distanza. Per esempio, Shadow è l’attacco in mischia di V, Griffon, fornisce supporto a distanza e poi c’è Nightmare, un potente richiamo che appare come un grande golem durante lo stato di Devil Trigger di V.
Con l’apparizione a dir poco stellare di Dante il gruppo sarà poi al completo: il protagonista dei cacciatori di demoni mantiene ogni aspetto delle migliori incarnazioni precedenti, godendo di molti miglioramenti e nuove opportunità di divertimento. Sono infatti tante le opzioni disponibili per Dante in termini di armamenti, con i suoi quattro stili di combattimento e la sua attitudine alla rivolta demoniaca ruba la scena.
Il combattimento è sicuramente un punto cardine di questo Devil May Cry 5: Quando vengono sbloccate nuove armi abbattendo demoni, le possibilità di sperimentazione e personalizzazione aumentano a dismisura e in maniera sempre fluida e divertente. Combinazioni che porteranno fino all’utilizzo anche del colpo in motocicletta, un insieme di attacchi concatenati, corpo a corpo o a distanza che faranno sembrare Dante invincibile, con un senso di strapotere davvero appagante in game.
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Detto di una grafica stilosa, fine e dettagliata, e un design dark e metal iperrealistico da stropicciarsi gli occhi in dati frangenti, questa arte non va mai a contrastare la fluidità di gioco, in DMC5 il nuovo RE Engine di Capcom fa infatti il suo dovere e l’esperienza non viene mai rallentata o presenta un benché minimo cedimento, neanche nei momenti più caotici a schermo.
Devil May Cry 5 mantiene la fondamentale traccia del franchise, ossia di sconquassare demoni, combattere i boss, raccogliere le sfere rosse, ma lo fa rispettando il passato e mostrando di essere dentro il futuro del gaming con entrambi i piedi. Divertimento e goduria per gli occhi. Un must, per tutti.