Il termine dipendenza in sé indica “un’alterazione del comportamento che da semplice e comune abitudine, si tramuta in una ricerca esagerata e patologica del piacere o del divertimento, attraverso mezzi o sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica“.
La chat, quindi, potrebbe considerarsi sotto certi aspetti la causa di una possibile dipendenza. A meno che non si parli di visite occasionali, o comunque dettate dalla curiosità di scoprire cosa si può trovare in una chat, se l’ambiente è piacevole e accogliente le visite tendono ad aumentare. Esistono anche siti web come Maniachat che facilitano la scelta della community in cui chattare attraverso recensioni di siti di incontri e chat, a testimoniare la piega parossistica che ha preso questa tendenza.
Come capire quindi, se la nostra curiosità si è trasformata in una vera e propria dipendenza?
Prima di tutto va specificato che la chat-dipendenza fa parte di un ramo assai più vasto e generico chiamato Internet addiction disorder (IAD), il cui termine è stato coniato da Ivan Goldberg nel 1995, ed indica un disturbo da discontrollo degli impulsi.
In secondo luogo bisogna far caso al nostro stato d’animo: dato che il cervello registra un’azione ripetuta più volte al giorno, nello stesso periodo di tempo e costantemente, la identifica automaticamente come un azione quotidiana. Questo significa che mentre accendiamo il computer e accediamo alla chat o simili, non ci rendiamo conto neanche lontanamente delle azioni o dei gesti che facciamo. Riusciamo quindi a percepire la nostra impazienza o l’ansia (la percezione cambia in base alla persona) o qualsiasi altra sensazione che normalmente il nostro cervello classifica come abitudinaria.
Ultimo passo, controllare a che livello siano le nostre relazioni con gli altri utenti all’interno della chat, ma soprattutto quanta importanza gli attribuiamo: ovvero se diamo più importanza alle relazioni virtuali che a quelle affettive di amici reali e della famiglia o se comunque teniamo un certo distacco tra reale e virtuale.
Bastano quindi poche e semplici accortezze per capire se abbiamo rilevato o no comportamenti strani e allarmanti.
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