Non tutti sanno quando e come il domicilio va dichiarato. Per questo motivo cerchiamo di fare chiarezza su questo argomento.
Nelle prossime righe vi spieghiamo cos’è il domicilio, come funziona, qual è il suo reale utilizzo, quando va effettivamente dichiarato e – nei fatti – dove stabilirlo. In questo modo, dunque, si avrà una visione più chiara dell’argomento.
Definizioni da chiarire
Spesso sentiamo parlare di residenza, dimora e domicilio e – in alcuni casi – le persone fanno confusione e quasi li usano come se fossero sinonimi, ma – in realtà – c’è una differenza tra le varie definizioni.
La dimora, infatti, è un’abitazione nella quale si permane permane in via del tutto occasionale, mentre la residenza indica il posto in cui si abita per la maggior parte dell’anno. Il domicilio, infine, riguarda nei fatti la sede degli interessi e degli affari.
Anche se in sostanza possono sembrare concetti molto simili, è importante scinderli e dar loro il giusto significato, in quanto gli stessi incidono, in maniera importante sulla vita quotidiana del cittadino e sulle comunicazioni ad esso indirizzate.
D’altronde, bisogna considerare il fatto che la dichiarazione della residenza è obbligatoria per legge e il domicilio la dimora non hanno di contro obblighi burocratici particolari, anche perché in molti casi la la residenza e il domicilio corrispondono.
Quando va dichiarato il domicilio
Nella maggior parte dei casi, il domicilio e la residenza corrispondono, mentre in altri il domicilio può essere, in sostanza, diverso dall’indirizzo che presso il quale di solito è presente l’abitazione nella quale si vive.
C’è da dire che non esiste un obbligo effettivo legato alla comunicazione del proprio domicilio, anche se in alcuni casi la stessa può essere utile, in base alle specifiche esigenze che un cittadino può avere.
Ad esempio, è importante dichiarare il proprio domicilio nel caso dei professionisti che hanno un luogo di lavoro o uno studio che, nei fatti, non coincide con l’abitazione principale nel quale si vive tutto l’anno.
Come dichiararlo
Stesso discorso vale anche per quello volontario, che riguarda coloro che decidono di stabilire i propri interessi o i propri affari in un luogo diverso rispetto alla residenza, nella quale – per l’appunto – vive stabilmente.
In questo modo, dunque, esplicitando il domicilio si possono ricevere comunicazioni importanti e dividere – nei fatti – la vita lavorativa da quella personale.
Il volontario viene fissato dal cittadino che ha bisogno temporaneamente di essere raggiunto per motivi di lavoro di studio in un luogo diverso da quello abitualmente abitato (studenti e professionisti, ad esempio).
C’è – poi -quello legale stabilito dalla legge, che serve per tutelare specifici soggetti, ad esempio i minori.
Passiamo poi al quello generale, che coincide con la sede principale degli affari e degli interessi di uno specifico cittadino e infine menzioniamo, quello speciale, che riguarda alcuni interessi o affari del cittadino, che può avvalersi per l’appunto di domicili speciali o “elettivi”.
