Dragon Quest Heroes II – Recensione del secondo capitolo dello spin-off del noto franchise. Come nel primo capitolo, Omega Force coniuga il genere Musou tanto caro in Oriente, con il genere RPG alla giapponese. Per farlo, proprio il genere ‘Uno-contro-mille’ viene ammorbidito, diminuendo di gran lunga il numero di nemici presenti a schermo rispetto agli altri titoli dello stesso genere, ecco che con questo metodo ne giova sicuramente l’aspetto grafico e la cura dei dettagli dei nemici che di volta in volta si confronteranno con il nostro party.
Sono state introdotte parecchie novità che alimentano l’esperienza di gioco rendendola godibile sotto ogni punto di vista, l’aspetto forse meno curato risiede nella intelligenza artificiale dei nemici, ma anche dei personaggi non comandati dal giocatore al momento delle battaglie. Ma andiamoci con ordine.
La storia – Dragon Quest Heroes II inizia con una storia abbastanza semplice e non originalissima, prosegue sotto la falsa riga della non esaltante sceneggiatura, e termina con qualche colpo di scena. Diciamo che l’aspetto storico e narrativo, all’interno del quale inseriamo anche i dialoghi tra personaggi e figure importanti del gioco non è sicuramente quello che farà rimanere a lungo in memoria questo nuovo capitolo della serie Square Enix-Koei Tecmo-Omega Force. Si parte con due cugini, Lasaar e Theresa, entrambi cadetti dell’accademia militare, che per circostanze casuali e sfortunate si incontrano dopo tempo proprio nel momento in cui qualcuno vuol far rivivere una antica profezia e portare la guerra tra i 7 regni.
Da qui l’avventura dei nostri due eroi, all’inizio ne sceglieremo uno potendo pure cambiarne il nome, ma poi potremo utilizzarli o meno anche nel party. Il party, che costituirà parte fondamentale per avanzare in maniera spedita nelle missioni e nella storia principale, dovrà di volta in volta essere ben ponderato, optando per varie figure che ci consentono di gestire colpi di spada, ascia, arco e magia al momento opportuno. Man mano che i due cugini provano a contrastare l’avverarsi della profezia incontreranno nuovi personaggi – non nuovissimi, in quanto parecchi di loro i fan di Dragon Quest li conoscono benissimo – e li accoglieranno nel loro gruppo. Alla fine si dovrà optare per il party più completo ed adatto, scegliendo solo 4 personaggi su 20.
Il Genere – Dicevamo di un genere misto, che mescola elementi da Musou e Hack and Slash con elementi propri del GDR alla giapponese. Abbiamo detto della ‘moderazione’ del genere Uno-contro-mille, con mostri e nemici che riempiranno lo schermo ma in numero ridotto, ma le meccaniche del musou restano, con aree che devono essere via via spazzate dai mostri prima di procedere avanti in quelle successive.
Gli elementi di RPG si ritrovano in vari aspetti del gioco, dal crafting vero e proprio, dove Theresa e Lasaar infatti potranno apprendere abilità, accrescere il proprio potere e le proprie mosse speciali, alla pari degli altri personaggi del party e non, ma in maniera esclusiva potranno anche passare da una classe a un’altra, di default saranno guerrieri. Come ogni RPG che si rispetti, si potrà accrescere la forza dei propri personaggi con il procedere del gioco, acquistando armi sempre più potenti, accessori, amuleti, anelli, ma anche raccogliendo elementi e prodotti lasciati dai mostri sconfitti o recuperati nelle avventure presso le vaste aree dei 7 regni, e combinandoli con soluzioni alchemiche per accrescere i poteri del personaggio o delle stesse armi e accessori. La crescita del personaggio, inoltre, sarà legata anche all’accumulo di abilità, che permetteranno di personalizzare le tecniche, i colpi speciali e di acquisirne sempre di nuovi.
Il Gameplay – Giocare a Dragon Quest Heroes II vuol dire mettersi al cospetto di tanti mostri, tipologie di mostri, nemici più o meno potenti, ma sempre poco intelligenti. Dicevamo. Sicuramente eredità del genere musou, la mancanza di IA dei nemici, ma non scontata invece la mancanza di IA dei personaggi che compongono il nostro party. Questo infatti ci costringerà ad assumerci tutte le responsabilità delle azioni del party al completo, passando velocemente da un personaggio all’altro per guidarne movenze, azioni e attacchi. A queste, ovvie, difficoltà che inficiano l’aspetto strategico, fa da contraltare una vasta gamma di modalità di approccio al combattimento: combo anche lunghissime, combo tra personaggi, catene di attacchi, potenti incantesimi, e la barra della tensione. Quest’ultima diventerà, quasi per inerzia, ma spesso per necessità, la vostra migliore amica e il vostro obiettivo principale sarà quella di riempirla. Perché questa barra consentirà di attivare l’invincibilità temporanea, di non consumare Punti Magici temporaneamente e di attivare l’attacco speciale finale, differente per tutti i personaggi, ma spettacolare e spesso risolutivo anche contro nemici fortissimi. L’esperienza di gioco e il combat-system sono molto solidi e fluidi, consentono di spazzare nemici in pochi colpi e di passare velocemente da personaggio a personaggio con conseguente aumento del divertimento. Infine, ma non per importanza, perché ad esempio l’abbiamo trovata parecchio indovinata come scelta: la possibilità di utilizzare i ‘Mostri amici’. Ossia di collezionare le medaglie dei mostri sconfitti e di utilizzarli in battaglia a nostro piacimento. Ci saranno mostri che ci affiancheranno nel combattimento, mostri da ‘toccata e fuga’ che ci aiutano con esplosioni o altri interventi fugaci ma davvero utili in certi frangenti, e mostri in cui invece ci trasformeremo, per combattere (a tempo limitato ovviamente) con le sembianze e le abilità del mostro stesso.
Diciamo che l’aspetto del gameplay e il sistema di combattimento sono sicuramente quelli che ci tengono attaccati allo schermo e a passare le, tante, ore sulle varie missioni di Dragon Quest Heroes II.
I personaggi – Il character design è molto evidentemente una creazione vista e rivista, ossia quella peculiare di Akira Toriyama: certo, potrebbe stancare dopo un po’ vedere e rivedere Goku e i suoi amici in ogni personaggio, ma il livello è sempre alto, quindi non può essere un aspetto negativo il fatto di mantenere la propria linea creativa. Sicuramente non abbiamo invece, e qui dobbiamo fare un passo indietro a storia e sceneggiatura, una profondità di personaggi tale da farsi segnalare. Molti dei personaggi sono piuttosto piatti e non trasmettono nulla di nuovo, difficile sarà per il giocatore affezionarsi a questo o a quell’altro personaggio se non per gusto estetico e soprattuto per poteri scatenati in battaglia.
Grafica e tecnica – Dragon Quest Heroes II migliora di parecchio l’aspetto grafico del predecessore, risultando piacevole nel suo ‘open world’, sempre solido dal punto di vista tecnico, con frame-rate che non cede neanche con la presenza di tantissimi nemici sullo schermo. Qualche pecca la si nota invece nel sistema di telecamere, che ogni tanto perde di vista personaggio e obiettivo del personaggio.
Nel complesso, il lavoro di Omega Force ci convince per molti aspetti, sicuramente Dragon Quest Heroes II non si confina nel difficile angolo del genere Musou combinandolo in maniera discreta con gli elementi RPG più ragionati, inoltre trattiene per parecchie ore senza annoiare, divertendo il giocatore in battaglie ricche, veloci e dinamiche. Un gioco action che non spicca per novità, sia nella storia che nei personaggi, ma che è consigliato per la sua solidità, per un combat-system indovinato e per un gameplay fluido e divertente.
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