ELEX, lo science-fantasy partorito dalle menti ruolistiche-medievaliste di Piranha Bytes, che con Ghotic e Risen hanno saputo attrarre gli appassionati e i fan di RPG Fantasy e che adesso provano a innovare con la commistione dei generi. Vediamo cosa ne è venuto fuori.
Quando si approccia a giocare un titolo nato da chi fa giochi di ruolo e da chi sa fare giochi di ruolo di un certo tipo, l’attesa deve necessariamente essere amplificata dall’aspetto ruolistico: dalla profondità delle scelte e del crafting, dalla libertà di scelta e di customizzazione del proprio personaggio, dalle possibili e diversificate modalità di combattimento. In secondo piano passano le scelte tecniche e grafiche, di design, gli aspetti puramente tecnici e di modelli poligonali. O comunque si può scendere a compromessi, vista la mole di contenuti sviluppati da un team non numerosissimo, ma non sorvolare totalmente su alcune delle mancanze che si possono notare ad occhio nudo in ELEX.
Qui siamo davanti a un titolo che si presenta come un open-world action-rpg, con elementi sci-fi e elementi fantasy fusi insieme, dove, per intenderci, si fanno incantesimi e due secondi dopo si imbraccia un’arma laser per crivellare i nemici, e dove nel frattempo non si disdegnano randellate con sciabola ed ascia e nel frattempo si può usare il jetpack per sorvolare ostacoli altissimi: una bella sfida, che, sotto certi aspetti soddisfa, sotto altri denota una mancanza di attenzione ai particolari non di poco conto.
Ma vediamo i dettagli di questo titolone, viste le premesse, cominciando da un po’ di Storia, che per inciso ha un aspetto fondamentale nel GDR, almeno per i palati fini europei. E qui siamo nel regno incontrastato dello sci-fi apocalittico e post apocalittico: un mondo devastato da un meteorite che, oltre a distruggere tutto, disperde una materia magica e fluorescente, appunto, l’Elex. Gli abitanti decidono di diversificare il loro risveglio dalla devastazione: si formano i gruppi che cercano la risalita attraverso percorsi totalmente diversi. I Berserker che, regredendo all’età medievale, incarnano appieno i personaggi di un GDR fantasy molto vicino ai precedenti Ghotic e Risen. Quindi venerano il mana e la magia, condannano la tecnologia e l’utilizzo dell’Elex come fonte di potere – o quanto meno nella forma più pura, essi infatti lo ‘trasformano’ seguendo alcuni riti in mana. All’opposto vi sono i Chierici, che adoperano l’Elex per migliorare le proprie tecnologie all’avanguardia e che seguono da buoni adepti Calan e le profezie degli antichi scritti. Tra le due opposte fazioni si formerà un gruppo di reietti, i Fuorilegge, che non avranno padroni e non seguiranno alcun credo se non quello dei guadagni facili, delle razzie e dei sotterfugi per ottenere migliorie di vita. A queste tre fazioni si opporranno gli Alba, ossia coloro che detengono il reale potere dell’Elex, avendolo assunto e essendosi trasformati in veri e propri cyborg privi di sentimento e depositari della verità. Con queste premesse nasce il mondo vasto e desolato di Elex. In quanto unici possessori della verità sul futuro della terra, gli Alba combattono incessantemente le tre fazioni generatesi dopo la catastrofica caduta del meteorite.
Noi impersoniamo Jax, uno degli Alba che per qualche motivo non riesce a compiere la propria missione: la nostra astronave viene colpita e atterrata da un non ben identificato nemico (sarà uno dei motivi della nsotra ricerca), il fallimento ci vedrà espulsi dagli Alba per mano del nostro stesso fratello. Qui comincia l’avventura di Jax, ex-Alba che non assume più Elex e per questo inizia a riacquistare i propri sentimenti: dovremo scegliere con quale delle fazioni schierarci, tenendo presente che gli Alba dall’inizio in poi saranno i nostri nemici. Potremo anche non schierarci, ma le difficoltà di un mondo in cui imperversano, tra gli altri, creature mutanti, dinosauri, troll, mostri giganteschi e nemici robot ci porteranno a delle scelte necessarie, sempre e comunque.
L’Idea dei generi misti c’è e si fa notare, anche solo passando tra ambienti differenti e paesaggi agli antipodi: da aree che denotano chiaramente un passato apocalittico a foreste dominate dalla natura più fitta, da montagne ghiacciate a valli iper tecnologiche. ELEX, è un mondo che, se visto a debita distanza, risulta splendido e maestoso, in cui ci si può perdere. A patto di non concentrarsi troppo sulle texture e di non guardare troppo da vicino. Un design che, come detto, dipinge un quadro onirico in cui smarrirsi, ma che non bada troppo alle richieste e alle esigenze tecniche di titoli datati 2017. Per dirla in breve diciamo che i Piranha Bytes hanno saputo ben adoperare le competenze tecniche e grafiche, di una generazione precedente.
Aspetto ruolistico curatissimo in tutte le sue sfaccettature, e non poteva essere altrimenti, dai dialoghi che approfondiscono i rapporti e determinano le azioni successive, talvolta in maniera anche irreversibile ma realistica; profondo il sistema di crafting, di armi e di armature, lo sviluppo del’intercambiabilità di item, di opzioni e scelte al dentro o al di fuori delle varie fazioni. Insomma, il piatto forte di ELEX sta proprio qui. Detto ciò passiamo a quello che forse in maniera più decisiva ci fa dire: “Peccato!”. Il gameplay. Un action farraginoso, che non dona fluidità di movimento risultando poco dinamico e ad alto coefficiente di difficoltà: non saremo infatti costretti solo a prenderle di santa ragione, sempre e comunque, sin dall’inizio (non c’è un livellamento delle forze nei nemici e nelle bestie, sono sempre più forti di noi a prescindere), ma dovremo anche sottostare a tecniche di combattimento poco enfatiche e poco reattive. Il combat system è macchinoso, e la difficoltà di sconfiggere i nemici, anche i più banali (spessissimo basterà un solo colpo al vostro antagonista per mettervi KO!), vi porta per forza di cose a fuggire gli scontri, ad evitare i nemici (che vi circondano se in numero superiore) e a sovra-utilizzare il Jetpack e la corsa. Ne consegue un indebolimento dell’aspetto “libera esplorazione” e del concetto stesso di “open world”, visti i limiti ben delineati dalle forze in campo per nulla livellate.
Altro aspetto indubbiamente negativo di ELEX è l’animazione delle cut-scene, delle mimiche facciali, dei dialoghi: siamo anche qui di fronte ad un evidente stato di noncuranza, e non parliamo solo di semplici bug risolvibili con qualche patch.
Adesso cerchiamo di inquadrare più schematicamente il giudizio su ELEX: un RPG profondo con una storia avvincente che permette un connubio forte e coraggioso tra sci-fi e fantasy, ma con un gameplay macchinoso, un art-design di una generazione fa e scene animate facilmente dimenticabili. Consigliato a chi ama perdersi negli RPG più profondi e accurati, a chi è armato di tanta pazienza e disposto a scendere a compromessi dal punto di vista grafico e del gameplay. Ovviamente i fan di Piranha Bytes non hanno bisogno di consigli, devono giocarlo assolutamente.
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