Quando si tratta di JRPG il fulcro del discorso spesso verte su tre argomenti principali: il combat system, il crafting, le animazioni. Bene, con Fairy Fencer F: Advent Dark Force, che abbiamo giocato a lungo su console PlayStation 4, ci hanno convinto appieno tutti e tre gli aspetti principali, tipici di un gioco di ruolo ‘alla giapponese’.
La storia di FFF – da adesso in poi lo citeremo in questa maniera – si dipana in due momenti principali, quello della storia reale e quello della storia post-perdita della memoria. Proprio la memoria avrà un’importanza fondamentale nel procedere degli eventi che il nostro team si troverà ad affrontare. Si comincia con l’irriverente e a tratti irritante (nel senso ironico del termine) Fang, un ragazzo errante che per puro caso si ritrova a risolvere i destini del mondo, e a farsi distrarre dai propri obiettivi principali, la ricerca di cibo. A sconquassare i piani culinari e frivoli di Fang ci pensa una spada, non un’arma qualunque, ma un gladio che accoglie in seno una fairy: questa presto si presenterà come la compagna inevitabile e immancabile per l’antieroe costretto a diventare eroe. Perché questa fatina Eryn, che possiede il potere del fuoco, dovrà recuperare la memoria per poter guidare, in una crescita personale (oltre che di gruppo), il nuovo Fencer, appunto, Fang.
Controvoglia Fang si troverà ad affrontare altri Fencer potenti e malvagi, che, a differenza del gruppo di Fancer a lui legati, avranno come obiettivo quello di risvegliare il Vile God. L’obiettivo, quello dei Fencer ‘buoni’, cui suo malgrado Fang viene a capitare, è di risvegliare la Goddess del bene. E così che il protagonista incontrerà man mano personaggi e Fencer con differenti peculiarità, dalla graziosa e ineccepibile Tiara (la cui fatina è Cui, con il potere delle acque), alla avvenente e altamente votata all’erotismo Harley, archeologa e ricercatrice di fairy, il cui fatino è un omone con il potere della terra. Ma anche personaggi strani e ambigui, che nella prima parte avranno un ruolo amichevole per Fang e nella seconda parte tutto l’opposto, come la graziosa ‘assassina’ Ethel o il nobile Sherman. Personaggi importanti ma secondari saranno il coccolato Galdo dalla gigantesca ascia e lo strano (tutti si chiederanno a un certo punto: “cosa è?”) e fortissimo boxer Pippin, dotato per altro di una improponibile spada Excalibur che gli fuoriesce da un piede e che conserva come infilzata su quella che appare alla stregua di una testa.
Tutti i Fencers hanno la possibilità di Fairizzarsi, ossia di autoinfliggersi un colpo allo stomaco (!) con l’arma specifica che contiene la fairy e ottenere poter superiori oltre ad una trasformazione particolare, e che ci è piaciuta parecchio: è qui che le animazioni arricchiscono le battaglie, che non terminano con monotoni attacchi a turni, ma vengono amplificati da strategie, pozioni, incantesimi, che possono decidere l’esito di una battaglia. Il gameplay è molto semplice ma necessità di parecchia strategia per non cadere preda dei nemici, alcuni talmente potenti da richiedere anche ore per essere sconfitti. Specie se non si rispettano i livelli consigliati per i personaggi.
Un Gameplay fluido accompagnato da una storia semplice ma ben curata, con dialoghi talvolta stucchevoli, ma quasi sempre divertenti e talvolta anche interessanti. Importante, abbiamo trovato, la possibilità di evitare gli scontri inutili con nemici fuori portata che potrebbero farci perdere energie (o item o potere magico..) necessarie magari contro uno dei boss (tanti) che si affrontano durante la campagna. Anche spesso, proprio per la necessità di far salire di livello i componenti del party, ci troveremo a cercarci noi stessi gli scontri, anche inutili, pur di ottenere vantaggi poco dopo.
I personaggi, vista anche la lunghissima storia che in pratica si ripete per due volte (almeno), vengono ben caratterizzati e dipinti, anche se alcuni sembrano, all’apparenza, mutare i propri comportamenti e le proprie convinzioni nel passaggio dalla storia al ritorno al passato di Fang ed Eryn. Nel complesso, il carattere docile di Tiara, elegante e ad alta moralità di Sherman, quello a tratti strafottente di Harley e Galdo, quello stralunato e impavido di Pippin si evincono anche attraverso i dialoghi e le prese di posizione all’interno del gruppo. Certo è che la crescita esponenziale di Fang, da strafottente alla ricerca di cibo ad eroe salvapatria è quella che tiene maggiormente attaccati a una storia semplice e ben fatta, ma che con il ritorno al passato (si riaffrontano anche i boss!) ha rischiato di annoiarci. Per risollevarsi, per fortuna, subito dopo.
La grafica di FFF è di un tipico JRPG, che ancora subisce l’influenza delle altre console (si potevano migliorare le texture) ma regge alla perfezione i 60 fps anche nelle scene più concitate di combattimento.
I dialoghi sono tipici del visual novel, tipiche con le figure parlanti che guardano verso lo schermo e accennano smorfie a grafiche tipiche da anime, con scenette rare ma sempre affascinanti, e le musiche ci convincono appieno.
Il gioco si tira avanti per oltre 60 ore per giungere al completamento a un livello medio, ma, con la trovata della torre scalabile che permette di affrontare sfide via via più difficili, e con la ricerca delle fatine disseminate nella mappa, si presenta rigiocabile, anche parecchie volte.
Fairy Fencer F: Advent Dark Force è nel complesso un ottimo JRPG, con un gameplay che diverte e che sprona il giocatore al crafting continuo e alla ricerca di una strategia sempre diversa. Buona la grafica, le ambientazioni e le animazioni. Se non per alcuni tratti della storia, FFF non annoia mai.