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God Eater 3: La nostra recensione PS4

God Eater 3 è il terzo capitolo della vera alternativa al noto franchise di Capcom con tematica “Cacciatori di Mostri”: con questo nuovo episodio della serie per la prima volta veniamo catapultati negli scontri in single o multiplayer contro gli Aragami nelle home-console di ultima generazione. Nato per l’appunto per girare nativamente su PS4, God Eater 3 raggiunge livelli elevati di tecnica, grafica e design, con attimi di pura goduria nella caccia al mostro, senza rallentamenti di sorta e alcuna incertezza. Godibilissima anche la storia che tende a formare squadre e gruppi con legami di amicizia indissolubili, una forza tutta da poter scaraventare anche contro il mostro più ostico da sconfiggere.

Non volendo qui rovinare la sorpresa, non ci addentriamo nella storia di God Eater 3: merita di essere goduta appieno e fino in fondo in modo nativo e senza filtri o spoiler di sorta. Dunque una storia che coinvolge, non tanto per una trama che talvolta giunge a una svolta che puà essere prevista, anche se ben tessuta, ma per la caratterizzazione dei personaggi, per la profondità degli stessi, per le peculiarità e per un sentimento forte, d’amicizia intenso e spesso evidente.

Con i fenomeni Ashland e Ashborn e derivati Aragami divenuti quasi inarrestabili con il tempo, più violenti e determinati a distruggere e divorare tutto e tutti, in God Eater 3 verrà richiesta una certa cooperazione, una certa organizzazione e unione di intenti per poter far sopravvivere l’umanità all’inscalfibile minaccia. Dopo che le caserme Fenrir hanno fallito, i nuovi God Eater vivranno quasi in segregazione, in un percorso di crescita costante, il nostro personaggio, creato e riconfigurato su misura con tantissime personalizzazioni, dovrà farsi strada, percorrere vie impervie, affrontare Aragami inferociti e missioni sempre più ardue in compagnia di alleati. Questi, ben presto diventeranno veri e propri amici, infatti il giocatore tende ad affezionarsi a ciascuno di loro, ai suoi bisogni, alle sue speranze, conscio delle paure che lo attanagliano e della sua storia.

Personalizzazione del personaggio che va ben in profondità, come ogni GDR comanda, sin dal principio con la creazione del proprio avatar (più avanti si sbloccheranno altri outfit e accessori) con la possibilità di personalizzare al massimo il proprio God Eater con il tipo di arma, God Arc / Celestial Weapon, arma a distanza (fucili di precisione, mitra, cannoni) e scudi di protezione. Come anche nei precedenti capitoli, la scelte configurerà il personaggio determinandone salute, potenza, resistenza, efficacia. Le armi, anche qui imitando i capitoli precedenti ma approfondendone i contenuti, potranno essere potenziate in ogni aspetto, basterà raccogliere i materiali presenti durante le missioni e divorare gli Aragami come solo un God Eater sa fare.

In tema di gameplay e di combattimenti da segnalare la crescita dei legami con i propri compagni (Engage) utilizzabile come tecnica speciale, alla stregua di una tecnica che viene proprio dalla nostra capacità di divorare gli Aragami, The Arts of Wraths. Un’evoluzione piacevole della serie, dove le missioni non sono mai noiose (non durano mai oltre i 15 minuti) e richiedono una certa preparazione strategica a seconda dell’Aragami/Obiettivo che andiamo ad affrontare. La storia si dipana attraverso una varietà di missioni principali e di missioni secondarie, con un tempo di gioco che varia e va oltre la trentina di ore. Ma si può giocare molto di più soprattutto affrontando le tante altre missioni secondarie, i diversi livelli di missione e, ovviamente, durante il multiplayer (anche in questa sezione la storia va avanti in simultanea, con la possibilità di utilizzare gli avatar dei compagni con lo scambio delle carte avatar).

Le missioni, dicevamo, non risultano mai noiose, un nuovo mostro da cacciare diventa sempre una nuova sfida, anche e soprattutto nella modalità Assalto che va ad amplificare il ventaglio di opportunità di combattimento in God Eater 3: Qui il gruppo sarà composto non da 4 elementi, ma da 8 compagni, i quali dovranno affrontare un Ashborn/Aragami davvero temibile, e, con esito positivo della missione, potranno ottenere premi di classi di abilità uniche e effetti di sincronizzazione altrimenti impossibili.

Sul piano puramente artistico e di design, God Eater 3 dà il meglio di sé nei modelli dei personaggi, nel design e nelle peculiarità dei temibili mostri e nella definizione, ovviamente Anime-Oriented, degli avatar. Un gradino leggermente inferiore le mappe e gli ambienti, ma che segnalano comunque un passo in avanti deciso rispetto ai capitoli precedenti che consente di apprezzare la caccia ai mostri appieno. Mappe che risultano ancora troppo limitate, ma nella funzionalità delle missioni e nell’incisività del ritmo della caccia – coadiuvata da ottime tracce audio e comparto sonoro -, risultano abbastanza legate al contesto di gioco.

God Eater 3 è un action RPG di genere Monster Hunter in stile Japan che fa segnare un deciso passo avanti del franchise verso i più moderni sistemi di gioco: Divertente e incalzante nel ritmo e nel gameplay, con una cura appropriata della sezione multiplayer e co-op ma che non sdegna la cura per una storia di amicizia, ricerca della rivalsa e fuga dalla sottomissione. Cura dei dettagli tecnici e grafici che si riflette più sui personaggi e sui mostri di turno, o sulle armi, piuttosto che nelle ambientazioni ancora un po’ scarne anche se diversificate. Ma gli stessi personaggi non vengono trattati come semplici NPG, hanno un passato, hanno paure e sogni, hanno una profondità che risulta essere un’innovazione del franchise, una sorpresa che colpisce positivamente.

GUARDA LE IMMAGINI:

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God Eater 3 è indicato per gli amanti del genere: che in esso troveranno un gioco dove l’azione (in RPG a missioni), la collaborazione e il combattimento frenetico contro creature mostruose sono all’ordine del giorno, un titolo che garantirà un grande passo in avanti per i fan del franchise, tante ore di divertimento e cooperazione.

Ignazio Cusimano

Amante dell'Hi-Tech e dei videogame da quando è stato capace di intendere e di volere, appassionato di Anime e di tutto ciò che ha un minimo di retrogusto culturale giapponese...

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