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Killing Floor 2, recensione – PS4

Killing Floor 2 ha finalmente raggiunto l’obiettivo di approdare su console. E l’approdo è di quelli che fanno davvero ben sperare. Per tutti gli appassionati di multiplayer sparatutto in prima persona e in coop, Killing Floor 2 è servito.

I fan della saga, nata su PC e che ha avuto un successo fuori ogni attesa, possono adesso apprezzare appieno il porting su PS4, con un secondo capitolo ricchissimo di customizzazioni e contenuti, armi e classi di sopravvissuti e mercenari. Stiamo parlando di uno shooter vecchia scuola, con orde, su orde, su orde di Zed, zombie e derivati (per eccesso) che assalgono il giocatore a ondate che appaiono infinite.

Violenza, sangue, e tanti, tanti mostri da abbattere

Un mix di sangue, violenza, con immagini cruente e ovviamente degne di un horror – sci-fi come si comanda. Dove però dovete prendere parte attiva, nel confronto, e andare a scontrarvi con miriadi di nemici. Con alcuni, non solo i boss finali di ogni mappa, davvero ostici da superare. Specie se non si gioca in coop, che qui, diventa fondamentale. Sì perché le miriadi di customizzazioni, di potenziabili, di personalizzazioni, di strategie, richiedono necessariamente una squadra ben coordinata e organizzata. E con il giusto mix di classi e potenzialità in battaglia.

Killing Floor 2  consente di organizzare cooperative di un massimo di sei giocatori, oppure in modalità giocatore singolo (parecchio più difficoltoso), con una serie di personaggi giocabili e customizzabili con accessori e skin specifiche. Con tante classi implementabili, ciascuna con un determinato kit di armi disponibili e anch’esse sbloccabili. Quindi ce n’è per tutti i gusti. Anche la modalità multiplayer è stata rafforzata e rinvigorita, con la possibilità di parteggiare (12 giocatori) per i mercenari o per gli Zed.

Le orde di Zed si arricchiscono, e tra le loro fila si troveranno nuovi mostri e vecchi, con una IA implementata e che vi costringe a far leva sulla vostra esperienza e bagaglio per gli sparatutto in salsa horror / sci-fi.

Certo è che le tante possibilità di customizzare il proprio personaggio, tra skin e accessori, con armi differenti per ogni classe di personaggio, fanno sì che Killing Floor 2 sia uno degli FPS in coop più completi del momento. Mappe ricche e da esplorare, mostri e zombie da uccidere in fretta e furia, una giocabilità che dà immediatezza e una riconoscibilità quasi naturale con il controller di gioco. Il tutto è all’ordine della frenesia e della violenza più spinta.

La grafica, il frame rate, le texture sono degne di un port su console di ultima generazione di alto livello. Se dobbiamo guardare alla durata, dobbiamo sicuramente distinguere due differenti approcci, non di poca importanza. La modalità storia è infatti pressoché nulla e la reiterazione delle azioni e degli scontri potrebbe portare alla noia il player che approccia a Killing Floor 2 con l’idea sbagliata. Perché questo titolo, come il suo predecessore di successo, non punta a quello. L’approccio corretto è quello di chi ama gli FPS in coop, che punta tutto su strategie di attacco totale, carneficina, violenza inaudita, ricarico di armi e corpo a corpo da far sobbalzare.

La completezza di armi, classi, la possibilità di migliorare i livelli e la potenza di fuoco e di devastazione, la possibilità di creare e far crescere il proprio personaggio a propria immagine e somiglianza, danno a Killing Floor 2 la giusta dimensione. Uno sparatutto in prima persona degno di tale nome e con la ‘S’ maiuscola. Quindi tanta attenzione al gameplay, alla velocità dello scorrimento delle immagini, delle animazioni, frenesia a livelli altissimi così come la violenza necessaria a sbaragliare orde di nemici furenti. Quindi, mappe, battaglie e cooperazione. Se visto così, Killing Floor 2 ha tutto, e per chi ama questa tipologia di titoli troverà pane per i suoi denti.

 

In definitiva, il titolo di Tripwire Interactive è un perfetto erede del predecessore di successo, con tanti e ricchi contenuti per gli amanti degli sparatutto in prima persona e in coop. E l’approccio su console è più che da promuovere. La reiterazione e la ricerca del raggiungimento degli obiettivi e del completamento delle mappe, con differenti approcci, classi e armi, per forza di cose amplifica le possibilità di gioco, ma rischia, per chi non ama il genere a fondo, di sfociare un po’ nella monotonia.

Redazione

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