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NieR: Automata – recensione PS4

In tanti hanno provato NieR: Automata nella versione demo rilasciata qualche tempo fa, uno spezzone che lasciava già intravvedere l’autorevolezza, in potenza, di questo nuovo titolo diretto da Yoko Taro. Il gioco completo, se la demo vi aveva lasciato a bocca aperta, è di tutt’altra pasta. In senso positivo.

Me la sono presa comoda, visto che è passata una settimana dall’uscita del colossale NieR: Automata, appunto, perché colossale e non permette di lasciare nulla al caso, specie in sede di valutazione. Questa volta Yoko Taro, con il supporto di una ispiratissima Platinum Games e ovviamente con l’avallo di Square Enix, fa non solo centro con quello che ci vuole raccontare, ma ci stupisce, in ogni momento, ogni angolo della immensa terra devastata dalle macchine è un momento di pura poesia gameristica.

Partiamo con il raccontare solo qualche piccola chicca della storia, non svelando nulla in più del necessario, perché qui, più che in altri giochi, sono certo che questo titolo debba essere provato almeno una volta (anzi 3) nella vita. E poi riprovato ancora. Quindi non vi dovrete soffermare su nulla – magari pensando di aver completato il gioco – e non dovrete sentirvi mai soddisfatti, anche perché la storia si avvolge e si riavvolge con sorprese e colpi di scena che sono sempre in agguato, con situazioni sempre nuove e decisamente da vivere e rivivere. E oltre alle situazioni, alle sorprese, ai colpi di scena, anche un miscuglio di punti di vista che vi faranno vedere e vivere le vicende narrate in questo paesaggio – che definire ‘apocalittico’ è sicuramente eufemistico – con gli occhi di tanti personaggi e personalità. E per personalità non intendiamo solo quelle degli androidi, che essendo stati fatti a immagine e somiglianza degli umani portano al loro interno sentimenti e sensazioni…ma questa è un’altra storia.

Ad ogni modo, la sceneggiatura, la storia, la trama, i personaggi sono sicuramente ben concatenati tra loro, tutti svolgono un ruolo, nessuno è forse indispensabile ma tutti insieme creano una unicità che fa sì che NieR: Automata possa essere considerato vera e propria poesia del gaming. Le parti rilevanti che mi fanno pensare a qualcosa che un appassionato videogiocatore dovrebbe provare almeno una volta nella vita sono in primo luogo la trama e la storia. In secondo luogo, non per importanza, ma ci arriveremo, il gameplay. Tralasciamo il comparto tecnico, perché davvero non risulta troppo rilevante a fini di valutazione complessiva in questo caso specifico.

La storia: una trama fitta e contorta con colpi di scena a non finire

NieR: Automata è ambientato in un tempo lontanissimo nel futuro, siamo oltre 11mila anni in avanti, con le biomacchine a dominare incontrastate la Terra e con gli umani rifugiati sulla Luna. Tra di loro si pone un esercito specializzato ed ipertecnologico di androidi, che attacca di volta in volta la Terra devastata dalle biomacchine, nel nome della ‘Gloria all’Umanità’. Come un nugolo di vendicatori gli androidi, che hanno non solo forma ma anche tanto altro di prossimo all’umano, si recano nelle aree infestate dalle macchine, in un mondo aperto spazioso e vario, che va dalle aree dove si respira ancora un po’ di Storia con castelli e torri, ad aree devastate e desertiche, dalla foresta incontaminata alle fabbriche o ai grattacieli in rovina. Sin da subito i protagonisti saranno la dinamica e abile spadaccina 2B e il fiero scudiero 9S (Scanner), che insieme dovranno sbrogliare una matassa davvero il cui capo è difficilissimo da trovare. Qui mi fermo. Dico solo che il gioco non finisce, almeno non subito, la storia va avanti in almeno tre tranche e i colpi di scena non mancheranno: qui si vede il genio di Yoko Taro, apprezzatissimo.

Il gameplay: che genere è?

La domanda è provocatoria, infatti avrei dovuto dire piuttosto ‘che genere non è?’: sì perché con NieR: Automata abbracciamo tantissimi amati generi di videogame, molti dal sapore retrò, che faremmo prima a nominare quelli esclusi. Vi troverete infatti di fronte ad un Action Game in generale, in terza persona, immersi in un open-world apocalittico e ovviamente con i tratti della Sci-fi. Ma questa è solo la cornice: NieR: Automata è anche gioco di ruolo, dove si parlerà con i PNG, si dovranno prendere decisioni, si dovrà migliorare l’equipaggiamento, personalizzare i chip, acquistare booster e miglioramenti, raccogliere materiali da costruzione per armi, per il Pod fedele amico, e tanto tanto altro. Bene, un action rpg in open-world, con un gameplay veloce e dinamico da hack and slash, e questo poteva anche essere scontato. Ma vi troverete di fronte a tante dinamiche di gioco inaspettate, come ad esempio lo sparatutto a scorrimento laterale dal gameplay a dir poco fantastico, con zoomate talvolta inaspettate e momenti anche di ‘cecità’, ma anche un ‘inferno di proiettili’ con navicelle inquadrate dall’alto (vi ricorda nulla?) e con personaggi che dovranno sparare (e combattere di spada) dal basso verso l’alto e dal centro verso i lati a 360 gradi. C’è persino qualche momento di fps, nei fantastici combattimenti con i boss ce li ritroviamo, nelle diverse fasi, in pratica tutti. E oltre ad abbracciare tantissimi generi, NieR: Automata usa appieno tutti i tasti del joypad (l’ho provato su PS4) e vi ritroverete, nella frenesia delle boss-fight, a utilizzarli tutti contemporaneamente. Difficile, talvolta, ma divertentissimo e appagante.

Dopo aver parlato della storia, della trama quasi poetica, del gameplay da veri amanti dei videogame, con PlatinumGames a risultare ispiratissima, parliamo anche di quello che non è perfetto. Sì, in un gioco che mi sento di consigliare a tutti indiscriminatamente (ci sono anche trovate ironiche e idee geniali anche in piccole cose che denotano una cura dei contenuti davvero unica) c’è anche qualche pecca: beninteso che non si tratta di nulla di eclatante, ma solo di qualche sporadico calo di frame-rate e di una grafica che avrebbe potuto sfruttare meglio le potenzialità della console. Ma questo solo per dovere di cronaca, perché l’esperienza è completa, appagante, riuscita in tutti i sensi, un piccolo capolavoro che chi ama il gaming non può perdere: e in un periodo in cui il firmamento è costellato da uscite di livello, NieR: Automata è pura luce, pura poesia.

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Ignazio Cusimano

Amante dell'Hi-Tech e dei videogame da quando è stato capace di intendere e di volere, appassionato di Anime e di tutto ciò che ha un minimo di retrogusto culturale giapponese...

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