Quando ci si imbatte in un gioco ambientato sulla guerra, che sia dei tempi nostri o ambientata in contesti medievali o fantastici, oppure ancora in futuri possibili, non si può sicuramente non notare come l’argomento sia abbastanza sovra utilizzato nel mondo gaming: oltre ad essere inflazionato e trattato parecchio e per parecchi generi di giochi, dall’action alle battaglie campali, MMO, fino allo strategico a turni, il tema della guerra, se trattato in alcuni suoi specifici aspetti, può sicuramente dare un tocco in più, arricchire l’esperienza dei gamers, altrimenti ripetitiva. E’ il caso di Phantom Doctrine, strategico a turni sviluppato da CreativeForge e edito da Good Shepherd: è sì uno strategico turn-based, tattico e ambientato su una guerra, ma stavolta il conflitto preso in considerazione non è una grande guerra, bensì un tipo di conflitto particolare e che ha attraversato parecchi anni del ‘900: la Guerra Fredda.
La Guerra Fredda è ricchissima di eventi misteriosi, di azioni mai venute alla luce, di intrighi e sotterfugi da spie che destano sicuramente attenzione e contribuiscono ad alimentare la curiosità di chi non l’ha vista o vissuta in prima persona: Phantom Doctrine punta proprio ad alimentare questa sensazione di conflitto nascosto, di azioni da spie volte a sovvertire qualche esito pubblico, da una o da un’altra parte. Potremo agire come squadra e agenti della CIA oppure con la fazione opposta, ovviamente il KGB, e confrontarci con situazioni al limite dello stealth più accanito: il gioco infatti si dipana in due momenti, quello della creazione del personaggio, della formazione della squadra di spie, e della raccolta dei dati che provengono da fantomatici informatori disseminati nelle aree più anguste e pericolose del globo, e di conseguenza attivare azioni di controllo, spedizioni di supervisione per scoprire cosa realmente accade proprio come fossimo una spia della Guerra fredda. Questo è uno degli aspetti che con Phantom Doctrine ha colpito nel segno: per, ad esempio, scoprire informazioni nascoste in determinati documenti dovremo affrontare, con il nostro ingegno, sfide mini-game che alimentano la sensazione di essere immersi in squadre di agenti e spie. Musiche e ambientazioni sono volutamente scure e sommesse, ovattate, per contribuire al senso di azione di spionaggio dei bei tempi.
La seconda fase di gioco si concentra sulle missioni dei nostri agenti-spie. Le missioni, e quindi il gameplay vero e proprio, si svolgono quando la squadra, che sia CIA o KGB, ha scoperto che un’informazione è attendibile e quindi viene portata ad agire: eliminando la minaccia, scovando documenti incriminanti, il tutto riuscendo ad agire alla maniera degli strategici e tattici a griglia, senza farsi scoprire dal nemico. La missione si svolge in maniera lineare, utilizzando sì approcci differenti ma sfruttando varie azioni e peculiarità dei nostri agenti, tutte facilmente intuibili dalle icone a schermo.
Non è mai una buona idea in Phantom Doctrine ingaggiare uno scontro a fuoco con il nemico, si gioca sempre “fuori casa”: gli agenti nemici infatti sembrano non vedere l’ora di scagliarsi contro i nostri agenti, e spesso riescono a circondare i membri della squadra e a farli fuori senza molti problemi. Il gioco, essendo appunto ambientato in un contesto specifico, ossia quello dello spionaggio e controspionaggio prerogative della Guerra Fredda, richiede approcci molto orientati allo stealth, all’azione meno visibile e alla fuga più immediata dai luoghi di potenziale conflitto. Il resto si fa al quartier generale, dove si mettono insieme i pezzi del puzzle e si raccolgono i frutti delle missioni.
Phantom Doctrine risulta essere una buona alternativa per i giocatori che amano lo strategico a turni, dove la tattica, la pazienza e l’ingegno pagano sempre. Per di più il motivo della Guerra Fredda, non solo è particolare e sicuramente portatore di curiosità, ma è anche ben messo in scena da ambienti/mappe, dalle musiche, dai suoni, e dal gameplay che non è finalizzato all’azione vera e propria, ma ad approcci stealth e sotterfugi, da toccata e fuga, circondati da un alone di mistero che nel mondo delle spie per eccellenza non guasta mai.
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