Nel 79 d.C. la città di Pompei veniva distrutta dalla colata del Vesuvio e ancora oggi, nonostante siano passati millenni, i suoi resti raccontano agli studiosi ciò che accadde in quei momenti terribili. L’ultima scoperta ha lasciato senza fiato dall’incredulità.
Una pioggia di cenere, seguita da una colata devastante di magma vulcanica. Così l’antica città di Pompei veniva spazzata via dalla furia del Vesuvio nel 79 d.C., ritenuto ancora oggi uno dei fenomeni naturali più devastanti della Storia. Fin dal Settecento gli studiosi hanno cominciato a interessarsi al sito campano, iniziando a scavare in cerca di testimonianze del passato e, con loro grande sorpresa, sono riusciti a riportare alla luce meraviglie nascoste.
Dalla terra e dai detriti sono riemerse stanze e case di incredibile bellezza, affreschi ancora in buono stato di conservazione, e addirittura i resti di alcune delle numerose vittime di quella tragedia, rimaste a imperitura memoria bloccate nei loro attimi finali. Ciò ha permesso agli archeologi di comprendere maggiormente la vita dell’epoca grazie non solo alle strutture parzialmente riemerse, ma anche ai resti dei poveri pompeiani, trovati con addosso abiti e manufatti dell’epoca. Un ritrovamento, però, li ha lasciati sconcertati e anche commossi. Ecco perché.
All’epoca dell’eruzione del Vesuvio, Pompei era abitata da circa 20.000 persone, di queste, le vittime accertate sono state 1.500. Gli archeologi ne hanno trovato i resti di 394, imprigionate nei lapilli inferiori, all’interno di edifici e abitazioni. Tra loro, anche una coppia formata da un uomo e una donna, rimasti pietrificati per i posteri, mentre cercavano inutilmente di salvarsi, afferrando i loro oggetti più preziosi.
La donna si trovava su un letto di legno, tra le mani ancora alcune monete di bronzo, oro e argento, con indosso preziosi monili in perle, mentre l’uomo era poco distante. La stanza ospitava inoltre uno sgabello, una cassapanca e un tavolo dal ripiano di marmo con sopra oggetti in ceramica, bronzo e vetro, oltre a un candelabro riccamente cesellato caduto sul pavimento.
L’ipotesi degli archeologi è che abbiano tentato di trovare rifugio in questa stanza, ma si siano poi arresi alla cenere e al magma che li ha inesorabilmente travolti. “L’opportunità di analizzare dati antropologici inestimabili sulle vittime ci consente di recuperare dettagli significativi sullo stile di vita dell’antica Pompei e propone micro-storie tra grandi narrazioni storiche” ha spiegato lo studioso Gabriel Zuchtriegel. Una storia tragica, ma che ora potrà essere raccontata, quella di questa sfortunata coppia, che seppur tragicamente, ora continuerà a essere ricordata.
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