Bancomat: commissioni variabili dal 1° luglio 2025. Pagare un caffè costerà meno di un acquisto costoso? Scopri le novità e l’impatto su consumatori ed esercenti.
Rivoluzione in arrivo per i pagamenti con Bancomat: dal 1° luglio 2025 le commissioni non saranno più fisse, ma proporzionate al valore del bene o del servizio acquistato. Un cambiamento epocale che segue l’ingresso del fondo FSI nel capitale di Bancomat, diventandone il primo azionista con il 44% e ridefinendo l’assetto societario e le strategie future.
La novità principale, annunciata ai suoi aderenti (banche e intermediari) attraverso un nuovo prezzario, è la differenziazione delle commissioni in base all’importo della transazione. In parole semplici, pagare un caffè costerà meno in termini di commissioni rispetto all’acquisto di un bene di lusso.
L’ingresso di FSI ha trasformato Bancomat da semplice società di servizio per le banche a impresa a tutti gli effetti. Questo cambiamento porta con sé un aumento degli investimenti in innovazione e un’espansione verso i mercati esteri, con l’obiettivo di rendere il circuito italiano competitivo a livello internazionale.
La nota diffusa a seguito dell’ingresso di FSI nel capitale di Bancomat a giugno 2024, chiariva gli obiettivi di questa operazione:
Questa revisione delle tariffe, la prima da oltre due anni, comporterà un aumento delle commissioni per il circuito Bancomat. Tuttavia, queste commissioni (che attualmente incidono per lo 0,2-0,3% sul costo della transazione per l’esercente) continueranno a essere inferiori rispetto a quelle dei circuiti internazionali come Visa e Mastercard (mediamente 1,2%).
L’impatto sugli esercenti (e di conseguenza sui consumatori) dipenderà dalle scelte degli acquirer, ovvero le banche e gli intermediari di pagamento che gestiscono i POS. Resta da capire se questi ultimi assorbiranno gli aumenti o li ribalteranno sugli esercenti.
Bancomat gestisce 29,1 milioni di carte in Italia, con oltre 390 milioni di pagamenti e 66 milioni di prelievi effettuati ogni anno. Nel 2023, il fatturato è cresciuto dell’8,3% rispetto al 2022, raggiungendo 52,5 milioni di euro. Le carte di debito, con un transato di 250 miliardi di euro, rappresentano il 58% degli acquisti con carta in Italia.
Il nuovo prezzario, inoltre, tiene conto dei nuovi servizi lanciati da Bancomat, come gli accordi con Apple Pay e Amazon, e di quelli in arrivo nei prossimi mesi. L’obiettivo è rendere il circuito sempre più moderno e al passo con le esigenze di un mercato in continua evoluzione.
Un dato interessante è l’aumento delle operazioni di pagamento PagoBANCOMAT nel 2023 del +9,2% rispetto al 2022. Nello specifico per quanto riguarda i pagamenti in negozio, la modalità contactless è in assoluto la preferita, difatti incide per il 73,1% sul totale delle transazioni, ovvero 1,8 miliardi. Mentre per i prelievi si registra un calo del -5% rispetto al 2022.
Il nuovo corso di Bancomat, con l’ingresso di FSI e la revisione delle tariffe, segna un passo importante verso la modernizzazione del sistema dei pagamenti in Italia. La sfida per Bancomat sarà quella di coniugare l’innovazione tecnologica con la competitività dei costi, in un mercato sempre più dominato dai giganti internazionali. L’evoluzione del sistema Bancomat è un segnale positivo per l’intero ecosistema dei pagamenti digitali in Italia, e sarà interessante seguirne gli sviluppi nei prossimi mesi.
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