Samurai Warriors: Spirit of Sanada – Recensione PS4

Il genere non ha ancora preso piede appieno in terra nostrana, ma Koei Tecmo e Omega Force con Samurai Warriors: Spirit of Sanada ci hanno messo parecchia inventiva e attenzione per coinvolgere anche neofiti del genere musou, o uno-contro-mille. Quello che infatti viene subito all’occhio, rispetto agli ultimi titoli della saga SW, è la particolare cura per alcuni aspetti ‘user friendly’, come parecchie cutscene e dialoghi a introdurre le battaglie, una vera e propria enciclopedia consultabile per poter apprezzare al meglio la storia del Giappone e dei clan – non ultimo quello dei protagonisti, i Sanada – e per approfondire la storia e i personaggi.

Battle_Stratagems_2

Ovviamente Samurai Warriors: Spirit of Sanada, fin dall’inizio, si presta molto bene agli intenti degli sviluppatori. Essendo un vero e proprio spin-off della saga, infatti, SW: Spirit of Sanada si concentra sulla ascesa e sulla partecipazione alle guerre e alla storia nipponica proprio della famiglia Sanada. I punti di vista sono infatti concentrati sui protagonisti della famiglia di eroi giapponesi, come Masayuki Sanada e come il figlio più giovane, Yokimura Sanada. Su quest’ultimo in particolare si incentreranno battaglie e conquiste che si agganceranno in maniera indissolubile con la storia del Giappone medievale.

 

L’emblematica scelta dello spin-off diventa quasi essenziale per portare un SW a un livello molto diverso, dove non ci si concentrerà solo sulle classiche conquiste a suon di colpi e di nemici privi di personalità abbattuti come ramoscelli, ma anche sulla crescita dei personaggi, sulla caratterizzazione della famiglia Sanada e sulla diversificazione degli approcci in game. Insomma un avvicinamento al genere ruolistico che ben si sposa sia con il contesto storico-culturale del Giappone dell’Epoca che con l’obiettivo degli sviluppatori di coinvolgere un pubblico ancora più ampio e un po’ meno di nicchia rispetto al solito.

Battle_Multi Stage Battles_Final Battle

Il genere Musou di tutti i SW di Omega Force viene ovviamente ripreso e in gran parte rivisto e rivisitato ma non rimodernato più di tanto: particolari interessanti, parlando di gameplay, sono le six coins, simbolo dei Sanada, che possono essere ‘riempite’ e spese in battaglia, basta completare alcune quest collaterali, come il reperimento dei materiali, l’ottenere vittorie e raggiungere gli obiettivi nei mini-game: come la pesca (si potrà infatti andare a pescare ogni qualvolta lo vogliamo, ma per ottenere i migliori esemplari ittici serviranno le migliori esche, che troveremo solo con le fasi ‘esplorative’ collaterali al gameplay principale), la coltivazione dell’orto o il momento di preghiera (che diventa il gioco delle tre carte, dove dovremo fare il nostro dono alla statua divina, e poi, dopo un po’ tornarci per indovinare il ‘premio’ migliore nascosto in una bisaccia), oppure dando i nostri regali ai nostri interlocutori del clan e indovinandone i preferiti. Ovviamente le Six Coins saranno importanti in battaglia, dove potranno essere spese per ottenere bonus come gli ‘Stratagem’, e ottenere aiuti indispensabili per potersi districare al meglio nel nugolo di nemici dei vari dungeon.

Alla storia principale, come sempre attenta e ben costruita, confacente l’originale, si affiancano anche battaglie collaterali, in cui potremo anche utilizzare gli altri personaggi che compongono il nostro team: in questo modo Samurai Warriors: Spirit of Sanada, e insieme alla possibilità di aumentare livelli dei personaggi (recandosi al dojo, acquistando armi e potenziamenti dal fabbro…) e di vagare liberamente nel villaggio e nel castello, di recarsi al lago a pescare o di approfondire i nostri rapporti con i personaggi del ‘cast’, si avvicina molto al genere ruolistico. Qui si vede, non troppo celato, il tentativo di Omega Force di dare una spallata alla nicchia troppo riservata degli amanti dei musou, per ampliare il raggio d’azione verso fan di diverse categorie e generi.

Samurai Warriors: Spirit of Sanada è un tipico Samurai Warriors, tecnicamente e graficamente, un ‘classico’ musou che coinvolge però un pubblico maggiormente diversificato – quindi anche più ampio – , con trovate ruolistiche e approfondimenti di personaggi mai visti nel genere e con cutscene ben preparate che contribuiscono ulteriormente ad immedesimarsi in una storia leggendaria come quella dei Sanada.

 


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