Basta social per i ragazzi e le ragazze under 16: la decisione ormai è definitiva! Le polemiche non mancano. Vediamo cosa succederà.
I millenials – coloro che sono nati tra gli anni ’80 e i primi anni ’90- hanno trascorso tutta la loro infanzia e adolescenza senza i social. Ai tempi, infatti, non solo non esisteva Tik Tok con i suoi balletti e le sue sfide ma non esistevano nemmeno Facebook, Instagram e non c’era nemmeno Whatsapp.
Se questo oggi viene detto ad un ragazzino di 15 anni sembra preistoria, sembra il paleolitico eppure è così: c’è stato un tempo in cui gli adolescenti passavano il tempo in modi diversi e non usavano i social per comunicare o per fare nuove amicizie. Oggi naturalmente tutto questo sarebbe impensabile.
I social, di per sé, non rappresentano certo un male: anzi. Sono uno strumento in più che può servire a molte realtà commerciali per farsi conoscere e ad ampliare la propria clientela. Sono uno strumento di divulgazione e hanno anche fatto nascere nuove professioni come, appunto, quella del social media manager.
Ciò che può essere “buono” o “cattivo” è l’utilizzo che si fa dei social e, negli ultimi tempi, abbiamo assistito anche a fatti di cronaca drammatici: ragazzi o bambini morti a causa di sfide assurde su Tik Tok. Da qui la decisione di vietare i social a chi ha meno di 16 anni. La decisione sta già facendo molto discutere ma ormai indietro non si torna.
Social vietati ai minori di 16 anni: ormai e Legge
Qualcuno ha detto “finalmente”, altri si sono strappati i capelli: la Legge sta già facendo discutere e divide il Paese ma ormai è stata presa e il Governo non ha alcuna intenzione di fare retro marcia su questo aspetto. Il fine è tutelare i nostri figli e nipoti da un utilizzo troppo precoce di queste piattaforme su cui, a conti fatti, si può incontrare chiunque.
Se nel resto del mondo – Italia compresa – se ne parla da anni, l’Australia è passata all’azione e ha vietato tutti i social a chi ha meno di 16 anni. La Legge ormai è definitiva ma entrerà ufficialmente in vigore solo tra un anno in modo da dare a tutti i social il tempo necessario per adeguarsi e per rimuovere dalle loro piattaforme gli under 16.
Lo scopo è tutelare i ragazzi e le ragazze durante una fase in cui non sono ancora pienamente coscienti dei rischi che i social possono comportare e in un periodo della vita in cui sono ancora particolarmente vulnerabili. Non è un caso se le vittime delle sfide su Tik Tok fossero prevalentemente bambini e bambine con meno di 16 anni.
Dal prossimo anno, quindi, chi ha meno di 16 anni non potrà iscriversi su nessuna piattaforma social e a questi ultimi spetterà il controllo di vigilare sui loro iscritti. Le piattaforme che trasgrediranno al divieto subiranno sanzioni fino a 50 milioni di dollari australiani, pari a circa 30 milioni di euro.