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Syberia: The World Before la nostra recensione PC

Syberia: The World Before è l’ultimo capitolo della nota serie di avventure dedicate a Kate Walker, che dopo varie vicissitudini vissute tra ghiacci e figure mitologiche fantastiche, tra popolazioni sconosciute negli angoli ignoti della terra. Qui si assapora una sorta di cupo realismo che ben si sposa però con lo stile fantasy, con personaggi fantastici che anche qui non faranno mancare il loro apporto, e, ovviamente, con l’universo steampunk di Benoit Sokal. Purtroppo questo nuovo capitolo esce dopo la scomparsa del noto autore di una delle serie videoludiche più interessanti, profonde e affascinanti del panorama mondiale.

Stavolta, dicevamo, ci troviamo immersi in un contesto più vicino alla cruda realtà della guerra, più attuale che mai. Dovremo infatti fare i conti con l’odio antisemita dell’Ombra Oscura Nazifascista, impersonando una delle perseguitate dal regime, la vagheriana (o Ebrea) Dana Roze, giovane musicista in erba che vive apparentemente tranquilla nella città di Vagen, nell’Osterthal (un luogo immaginario ai piedi delle Alpi, al di qua della Svizzera) e che si cimenta a suonare uno dei concerti più spettacolari nella piazza della città, il tutto gestito dai noti automi di Hans Voralberg e che si attivano in maniera pirotecnica e spettacolare al suono delle note dell’inno nazionale. Musiche e suoni, colori e automi raggiungono qui il massimo livello espressivo, raccogliendo tutta l’esperienza degli anni trascorsi per la serie e mettendola a disposizione dei nuovi fan di Syberia.

Come accennato, il piano narrativo procede con sbalzi temporali misteriosi, con possibilità di vagare, per scoprire misteri oscuri e reconditi, dagli anni pre e post occupazione di Vagen con Dana Roze e quelli che saranno i suoi compagni di avventura nel 1937, e il 2004, anno in cui la nostra Kate Walker muove i suoi passi, scappando da un prigionia che la costringeva ai lavori forzati e pronta ad affrontare un viaggio, un percorso di crescita personale che la porterà a scoprire il suo passato: il tutto infatti si muove non appena Kate scopre che la madre è morta, in USA, mettendo in crisi la stessa protagonista che, invece di tornare subito nella madrepatria (conosciamo il passato di Kate e sappiamo infatti che la legge la sta perseguitando a casa), anche a causa di un dipinto che ritrae una figura femminile a lei molto somigliante, opta per andare a fondo e scoprire il passato della donna nell’immagine. Questo anche e soprattutto a causa di una promessa fatta all’amica intima di Kate e compagna di cella, che non avrà la stessa fortuna della protagonista durante la fuga.

Tra gli anni della giovinezza di Dana e l’avventura di Kate, ci cimenteremo in avventure e ricerche, misteri e puzzle da risolvere, talvolta proprio con l’aiuto delle scoperte fatte nel 1937: Nel 2004 Kate potrà inoltre contare sull’aiuto di un vecchio amico, ritrovato e recuperato non senza patemi, il buon vecchio automa Oscar, con tutta la sua logica e tutta la sua matematica elementare a rendere straniante l’esperienza impulsiva e svagata di Kate. Kate trascorre un anno a cercare indizi sulla ragazza del dipinto, un anno che la porterà a ripercorrere, più di mezzo secolo dopo, le orme della stessa donna che lei cerca.

Inutile dire che i colpi di scena sono dietro l’angolo, l’enfasi e la voglia di ricostruire il passato, portare avanti la storia, sia di Kate che di Dana, non si affievolisce mai, portando il giocatore sempre più a fondo nelle vicende della Seconda Guerra Mondiale e del substrato culturale che ne condisce i riflessi, e, al contempo, creando legami ancora più forti con i protagonisti di questo ultimo (capo)lavoro di Benoit Sokal. Avremo il piacere di giocare nei panni, oltre che delle due donne, anche di altri personaggi, non di meno ci potremo cimentare tra ingranaggi e metallo nei panni di Oscar e del suo ospite del momento.

Enigmi ambientali e puzzle da risolvere, non difficilissimi ma che richiedono una certa dimestichezza con il mondo di Sokal e i suoi automi: stavolta, come detto, avremo anche a che fare con ambientazioni che spaziano dagli anni della guerra a quelli di Kate, con una piacevole modifica ed adattamento di ambienti, oggetti e deterioramenti di macchine e automi.

Gli scorci che avremo modo di osservare nei panni di Kate e Dana spiccano di gusto e cura, un comparto tecnico e grafico che eleva al grado massimo la serie, dopo il passo falso di Syberia 3, e che si sposa in maniera esemplare con la poetica di Sokal. A condire di eccellenza questo ultimo capitolo dedicato a Kate Walker (e non solo), le musiche e gli inni che ci accompagneranno dalle fasi più rilassanti ed artistiche a quelle più concitate e action (fuga di Kate, la guerra…), regalandoci momenti di puro piacere sensoriale. E cosa dire, anche stavolta avremo a che fare con una figura fantastica tutta da scoprire, quindi, possiamo dirlo, a Syberia: The World Before non manca proprio nulla.

Ignazio Cusimano

Amante dell'Hi-Tech e dei videogame da quando è stato capace di intendere e di volere, appassionato di Anime e di tutto ciò che ha un minimo di retrogusto culturale giapponese...

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