Tales of Arise è l’ultimo e diciassettesimo capitolo jRPG sviluppato e pubblicato da Bandai Namco e che fa capo alla fortunata serie Tales Of. Tra storia di tirannia e ribellione, tra dominazioni e schiavitù emerge questo piccolo vero capolavoro della serie che abbiamo provato su PC.
Tales of Arise, anche a dispetto dei predecessori, presenta una storia ed una narrazione complesse e approfondite, sempre evidenti e avvincenti al punto da tenere il giocatore incollato alla sedia (o alla poltrona o dovunque egli voglia stare, comodo e godersi questo must della serie JRPG): Da subito veniamo immersi in questa storia che narra vicende di dominazioni e schiavitù, a partire da trecento anni addietro, quando il prospero e fiorente pianeta Dahna venne attaccato da invasori provenienti da un pianeta più avanzato, Renan. Questi invasori non sono giunti con buone intenzioni, anzi, hanno presto preso possesso del pianeta, rendendo schiavi i popoli Dahnan, e facendo ancora di più: effettuano veri e propri sacrifici per ottenere l’energia spirituale dagli schiavi, al fine di alimentare i generatori astrali.
Questi dominatori extra-Dahnani non solo prendono e sfruttano popolazione e risorse, ma instaurano una vera e propria dominazione e gestiscono la politica dividendo in cinque regioni il pianeta, con elezioni tra i cinque Renan governatori che si rinnovano con un maxi evento e che dipendono dalla potenza (calcolata proprio con l’energia sottratta alla vita dei poveri malcapitati schiavi) accumulata. Una situazione grave e apparentemente senza soluzione per i poveri schiavi di Dahnan, finché le forze di ribellione trovano modo di organizzarsi, sotto la guida del classico eroe che ha perso la memoria, e con un gruppo misto tra guerrieri, maghi, e persino principi e nobili Renaniani (infatti definiti traditori dagli invasori).
L’invasione secolare ha ormai radicato nei popoli sottomessi una condizione di accettazione della propria situazione di schiavitù e anche nuove creature sono proliferate dopo l’arrivo di Renan, mostri che si sono appropriati dell’ecosistema e pericoli che si frappongono nel nostro viaggio di riconquista. Il viaggio inizierà nei panni di uno schiavo, come detto, senza memoria e per di più col volto coperto da una maschera di ferro. Più tardi conosceremo di più sulla storia del personaggio.
Durante tutta l’esperienza in Tales of Arise ci si affeziona ai personaggi, anche quando sono apparentemente troppo diversi tra loro per background e convinzioni (ex-dominatori ribelli, stoici combattenti, principi rinnegati, maghi…), anche grazie alle tante cut-scene anime e ai dialoghi in stile manga / fumetto animato, che spaziano dall’ironia, alle ricette, a situazioni imbarazzanti ed altre altisonanti e drammatiche. La resa grafica, sia delle cut-scene che dei momenti dialogati è di assoluto livello, in salsa anime e Japan anche per palati più fini. Detto quindi del design da stropicciarsi gli occhi, e di una storia che trattiene a lungo e con parecchi colpi di scena e misteri da svelare durante tutto l’arco narrativo, passiamo al gameplay vero e proprio.
Il nostro party sarà formato (man mano che progrediamo nella storia) da un massimo di quattro componenti che combatteranno dal vivo e da riserve che potranno entrare in gioco con colpi speciali non appena la barra di potenza sarà completata per ciascuno di loro. I colpi e le abilità speciali tipiche della serie (come le Arti) verranno sviluppate con l’esperienza del giocatore, e, come prima, sarà possibile creare le combo che più si addicono al nostro modo di gioco, al nostro gusto e soprattutto che si adattano al contesto e al nemico da affrontare. In sostanza, il gameplay che aveva funzionato negli ultimi Tales Of viene qui riproposto e migliorato, con maggiori possibilità di personalizzazione e di scelta e con tante possibilità di sviluppo. Non manca ovviamente la componente più ruolistica tipica, con miglioramenti di armi ed equipaggiamento per tutti i componenti del gruppo e un pizzico di fan service che non guasta mai.
In Tales of Arise spicca e non poco il passaggio della serie a Unreal Engine 4: il livello di ambientazioni, colori, paesaggi è diversificato e spettacolare, con scorci sempre diversi e da stropicciarsi gli occhi. Anche l’interazione con l’ambiente amplifica l’immersività e il realismo (sia nella fisica che nel comparto sonoro e degli effetti), con muri invisibili classici ridotti al lumicino, in una sorta di semi-Open World. Tutti elementi grafici e di gameplay rendono l’esplorazione unica se restiamo in ambito JRPG. Anche le fasi di combattimento sono rese al meglio, dinamiche e molto più orientate verso l’action che al tipico JRPG. L’esperienza viene inoltre resa più vivida e realistica, persino nei modelli dei personaggi e dei nemici, boss e mini-boss che via via andiamo ad affrontare. Un lavoro stilistico impeccabile, e i fan del genere non potranno far altro che apprezzare gli sforzi degli sviluppatori e degli artisti nel consegnarci forse il JRPG dell’anno.
Con Tales Of Arise la serie raggiunge il suo apice, e anche il genere tutto fa un salto di qualità forse decisivo, un punto di partenza, un caposaldo per tutti gli sviluppatori di JRPG di qui in avanti.
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