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The Caligula Effect: Overdose, recensione PS4

The Caligula Effect: Overdose segna il ritorno, stavolta pensato e realizzato per console di ultima generazione PlayStation 4 e Switch, nel mondo di Mobius. Dove come protagonista di una realtà apparente, un insieme di maschere mostruose smaschererà l’artefatto: siamo in una realtà apparente, un mondo idilliaco che si rivelerà, con ragione o torto, utile a far dimenticare alla gente il dolore e i problemi della realtà quotidiana.

Mobius è un mondo virtuale creato da un programma vocaloide senziente, µ (Mu), un luogo in cui la realtà e la fantasia si sono mescolate e che consente alla gente di vivere come meglio crede, in felicità, durante gli anni di liceo. Ma, come detto, il mondo è idilliaco solo in parte o solo all’apparenza, un mondo che si vuole specchiare nella sua perfezione ma che risuona di musiche false, estatiche, fuorvianti. Una sorte di trance o di Overdose. Starà a noi trovare il modo di fuggire dalle illusioni, e dovremo farlo a suon di combattimenti e intessendo relazioni con gli altri personaggi del liceo.

The Caligula Effect: Overdose, se visto da un punto di vista della trama e del genere di gioco si può vedere come una sorta di limbo tra Matrix e Persona. Dove un mondo evanescente e idilliaco nasconde una tremenda illusione, virtuale e ben lungi dall’essere reale e genuino viene affrontato nei panni di un gruppo di liceali in battaglie strategica tipiche da JRPG.

Il conflitto di The Caligula Effect: Overdose nasce proprio da questo: Da una parte ci sei tu, una virtuadoll di nome Aria e altri membri del Go-Home Club che cercano di sfuggire a questa falsa realtà ad ogni costo, mentre dall’altro lato c’è µ (Mu), un’IA senziente e un gruppo conosciuto come i The Ostinato Musicians, che intende usare la musica di Mu per continuare a fare il lavaggio del cervello a tutti i componenti di Mobius e mantenere lo status quo. Qui ci si potrà spostare nei vari filoni narrativi in base alle scelte che si faranno man mano: infatti, ci si potrà spostare dal filone principale dove il target sono esclusivamente gli sforzi del Go-Home Club, oppure agire come un doppiogiochista per i Musicians e persino insieme a loro, aprendo contenuti extra e nuovi scenari. Proprio questa è una peculiarità di Overdose rispetto al passato, dove i contenuti sono oltre che ampliati e migliorati consentono differenti approcci e, quindi, portano a differenti conclusioni.

Quello che sicuramente convince di più in The Caligula Effect: Overdose è appunto la storia. La storia è infatti ben scritta e i temi affrontati sono particolarmente gravosi come la malattia, la parentela, l’amicizia, la solitudine, il lavoro, il lutto, l’auto-rifiuto, e portano il giocatore a far dei confronti tra il modo di pensare dei non-credenti o dei fanatici musicians. Scambi relazionali che portano a quesiti irrisolti e molteplici filoni narrativi: i mondi virtuali e digitali, il digitale, i social network ci allontanano troppo dalla realtà? Questa realtà è necessariamente migliore del virtuale? Pur non approfondendo a dovere le problematiche di ciascun personaggio o interlocutore in Mobius, la storia ha un plot che mostra la propria efficacia e suggestione nel suo complesso. E, così, ci consente anche di soprassedere nella non troppa cura di alcuni dialoghi o di un’attenzione maggiore alla diversificazione dei 500 studenti con cui si possono intrattenere relazioni e dialoghi.

Se la parte legata alle simulazioni di relazioni sociali o al dating sim si mostra curata forse solo nel suo complesso, e dà il meglio di sé solo perché immersa in un contesto di storia e trama ben scritto e ben pensato, un aspetto che sicuramente non ammette criticità di sorta è quello musicale: un titolo strettamente correlato alle illusioni e al fascino della musica non poteva non avere proprio nel sound e nelle tracce un plus di sicuro successo.

Come detto The Caligula Effect: Overdose si pone, anche se in maniera forzata volutamente, tra due colossi, mostrando i tratti di storia e trama alla Matrix e gameplay e modalità di gioco Persona-Lite. Solo che qui le battaglie vengono affrontate nel mondo stesso in cui i personaggi affrontano le vicissitudini della vita ‘reale’ di liceo. Lo scontro è dietro l’angolo, nei corridoi di scuola, al parco, al centro commerciale, all’acquario… Un JRPG che si pone come obiettivo quello di rendere il combattimento a turni più dinamico, in tempo reale, ma con la possibilità di prevedere le combo di attacchi e azioni con la modalità ‘Imaginary Chain’, sicuramente interessante.

Aspetto che invece non fa di certo gridare al miracolo è quello grafico e di art design: sia esso visto negli ambienti, spesso troppo anonimi e che danno quasi l’impressione di rimanere troppo legati a dettami tecnici più da PS Vita che da PS4, sia nei modelli dei personaggi. Modelli curati e di buon impatto quelli principali, pur con qualche magagna di troppo nel passaggio dalla forma dialogata a quella in movimento, privi di specificità e differenziazione adeguata invece il resto dei PNG.

The Caligula Effect: Overdose è una rielaborazione per console di ultima generazione del JRPG uscito per PS Vita, mostra tutta la sua forza nella trama e nella storia, nonché su un comparto sonoro di assoluto livello, mette in campo combattimenti a turni dinamici e anche con qualche picco di spettacolarità, ma pecca nella cura dei dettagli grafici, di ambientazioni e personaggi.

Ignazio Cusimano

Amante dell'Hi-Tech e dei videogame da quando è stato capace di intendere e di volere, appassionato di Anime e di tutto ciò che ha un minimo di retrogusto culturale giapponese...

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