Werewolf: The Apocalypse Earthblood, ossia la versione action RPG della nota saga GDR, che mescola momenti di azione pura e adrenalinica, tipica di un lupo mannaro sanguinario, a momenti di introspettiva esplorazione stealth, di soppiatto, nei panni di un lupo o della versione umana del protagonista.
Elementi action e stealth si avvicendano in maniera continua, a scelta libera (anche se talvolta raggiungere determinate zone o passare lungo canali e tunnel richiede o l’una o l’altra forma in maniera obbligatoria), mentre i momenti di maggior vigore sono ovviamente affidati alla sete di sangue del lupo mannaro. Si alternano, come detto, momenti ed elementi ruolistici, ad esempio nello sviluppo delle peculiarità del personaggio e in alcune scelte dialogiche che possono indirizzare, lievemente, la storia, parti dialogate, cut-scene.
In breve, Werewolf: The Apocalypse Earthblood, è tutto quello che vi abbiamo potuto annunciare sopra, con momenti di spicco e momenti di crollo che vanno a toccare specialmente alcuni elementi del titolo. Sicuramente spiccata e anche un pizzico con “il passo più lungo della gamba” è stata l’attenzione alla commistione di generi, dove ovviamente l’azione la fa da padrona: Cyanide ha puntato molto in alto mettendo insieme momenti di combattimento adrenalinico alternati a fasi dialogiche e di scelta, inframezzati da passi stealth. La fase action è quella che sicuramente rende il gameplay dinamico e accattivante, nei panni di un lupo mannari ci si sente quasi invincibili e l’adrenalina scorre a mille. Anche le fasi in cui è meglio attaccare alle spalle o nei panni del lupo silenzioso e dal passo felpato, risultano indovinate e appaganti, con la scelta di questa e quella opzione che rendono, appunto, il gameplay meno lineare.
Quello che invece, volendo appunto strafare mettendo tutta questa carne al fuoco lato gameplay, non convince affatto è il design dei modelli nei dialoghi, un po’ troppo robotici e tendenti più verso due generazioni precedenti di console. Ne consegue un’esperienza non proprio eccelsa nelle fasi più ruolistiche, di dialogo e, ovviamente, durante le poche cut-scene. Abbiamo parlato del picco (ossia la sensazione quasi di onnipotenza nelle fasi action nei panni del lupo mannaro e il gameplay appagante con un combat system vario ma non impossibile da far proprio) e delle fasi di crollo (dialoghi, design dei modelli, cut-scene), passiamo adesso ad affondare gli artigli in quello che la storia ci racconta.
Sviluppato da Cyanide e pubblicato da Nacon, Werewolf The Apocalypse Earthblood ci mette nei panni di Cahal (guerriero della tribù Fiannas) e subito siamo catapultati nella foresta intorno a Tanker’s Mill, cittadina sperduta negli Stati Uniti, vicina al Caern – basta masticare un po’ di mitologia del famoso gioco di ruolo Werewolf da cui è tratto questo gioco, per comprendere che parliamo di un luogo sacro per i lupi mannari. L’azione è mossa e le pedine in gioco sono spostate da Endron: multinazionale petrolifera che sta devastando la natura intorno al Caern e che il branco di Cahal intende sabotare. Qui, il nostro, si infiltra insieme alla compagna Ludmila, che però viene uccisa scatenando l’ra di Cahal che in preda alla furia uccide un compagno. Inizia pertanto l’esilio, per salvaguardare in particolar modo la figlia Aedana.
Dopo cinque anni, Cahal torna vicino alla ex famiglia: un caso lo riporta verso il suo Caern, e a scoprire che la pericolosa Endron ha un progetto ben più grosso, appunto, Earthblood, in cui gli umani vengono trasformati in super soldati. Qui la narrazione procede (non spoileriamo oltre) anche (in mimima parte) in seguito alle scelte del giocatore, con una storia che si allunga oltre le 12 ore con storie secondarie, e si lascia seguire con discreto piacere.
Werewolf : The Apocalypse Earthblood è un RPG di azione adrenalinica che dà il suo meglio nel gameplay action, con fasi di strapotere dettate dalla forma lupo mannaro. Con aspetti tecnici e grafici sicuramente migliorabili, fasi dialogiche e modelli che sembrano di almeno una generazione precedente, questo titolo garantisce comunque un buon numero di ore di pura adrenalina, immersi in una storia che conduce il giocatore fino alla fine con qualche sorpresa. Divertimento con compromessi.