Con la recensione di Yakuza Kiwami veniamo catapultati indietro nel tempo ma con un occhio di riguardo (e anche molto attento) al moderno e alle nuove opportunità della tecnologia. Sì perché Yakuza Kiwami è tornato più corposo, violento e avvincente che mai, avvolto da una coltre di grafica rivista al meglio e ottimizzata anche per i palati più fini. A una grafica quasi completamente rimodernata e portata a pari con la odierna opportunità che ci consegna la console PlayStation 4, si accompagna una storia sempre avvincente, a tratti romantica, commovente, ricca di sfaccettature e cultura nipponica e, ovviamente, con una cornice ben definita data dalla ‘malavita’ alla giapponese.
Yakuza Kiwami è quindi una rivisitazione a 360 gradi di quello che è stato il primo capitolo della fortunatissima saga: ci siamo rifatti gli occhi e abbiamo, se possibile, fomentato ancora di più la nostra attesa per il sesto capitolo della serie con Yakuza Zero, il prequel di questo grandioso remastered, facendoci coccolare e accompagnare a braccetto ovviamente dal nostro eroe, il Drago di Kamurocho, Kazuma Kiryu. Con lui ci siamo dovuti confrontare con aspetti familiari ad alto contenuto emotivo, dai rapporti madre-figlia a quelli padre-figlio, ma anche con rapporti fraterni stravolti e nemici che presto diventano amici. E, come appariva ovvio, non potevamo non vagare per le strade del quartiere, e imbatterci in bulli, membri degli altri clan della Yakuza, e suonargliele di santa ragione.
Come da ‘copione’, anche se non anticipiamo nulla per i neofiti che approcciano per la prima volta alla serie di SEGA, Il Drago e la Carpa vengono messi davanti a una situazione difficile da districare: i due fratelli di adozione, Kiryu e Nishikiyama, si troveranno davanti a difficili decisioni che stravolgeranno la vita, apparentemente lineare e tranquilla, dei due giovani virgulti e rampolli della famiglia Dojima. Infatti, sebbene Kiryu si vorrebbe dedicare al proprio amore per Yumi, un’altra ragazza che i due hanno conosciuto e apprezzato ai tempi dell’orfanotrofio dove sono cresciuti, un assassinio giunge a stravolgere il tutto. Coinvolti i suoi fratelli di orfanotrofio, Yumi e Nishiki, con quest’ultimo che ha ucciso il patriarca della famiglia Dojima che aveva rapito la ragazza, Kiryu si addosserà tutta la colpo andando a finire in galera per 10 anni, nonché espulso dal clan e dalla Yakuza tutta. Trascorsi i 10 anni, la Yakuza non sarà più la stessa e anche i suoi amici di infanzia, Nishikiyama che ha scelto la via dello Yakuza assassino e privo di rimorso, e Yumi che invece è scomparsa senza lasciare traccia. Qui ci fermiamo per non svelare colpi di scena e altre succose storie parallele e principali che è meglio vedere e vivere di persona. Inoltre, al titolo originario, sono state aggiunte succose cut-scene e animazioni che fanno da collegamento tra questo e il capitolo ‘Zero’, che elevano ancora di più l’importanza di questo Kiwami.
Come il titolo originario che ha aperto la saga, Yakuza Kiwami è uno spaccato della vita violenta e dedita al denaro e al potere (politico e mafioso) che configura le famiglie della Yakuza e gli adepti. Tanta, tantissima azione, a mani nude o con armi d’occasione, ma ovviamente anche con armi da fuoco e inseguimenti che fanno molto action movie. Tante sono le cose (positive) che sono state riprese da SEGA dal precedente Yakuza Zero, dal gameplay ai mini-game, dalla possibilità di ‘vivere’ il quartiere sotto tutti i punti di vista, alla possibilità di sviluppare il nostro Kiryu in base a quattro metodi di combattimento. Tra i quattro ci sarà anche quella del dragone (in rosso) che si svilupperà invece mediante una trovata davvero interessante e divertente. In pratica, la nostra vecchia conoscenza Majima Goro (giocabile in Yakuza 0) diventerà il nostro folle antagonista in ogni momento, anche quando meno ce lo aspettiamo, e ci affronterà per saggiare la nostra forza anche nei momenti meno opportuni (inoltre ci contatterà anche tramite SMS e email, in pratica sarà il nostro stalker).
Tra grafica rinnovata, con motore vicinissimo a quello già visto in Yakuza 0, gameplay fluido e divertente, un personaggio customizzabile e affascinante, una storia di cui abbiamo detto tutto in quanto a profondità e passione, Kiwami è sicuramente uno dei titoli della serie più riusciti in assoluto. Se confrontiamo con il precedente Yakuza Zero dobbiamo però notare un paio di nette differenze che si possono riassumere nella troppa ristrettezza dei luoghi (siamo sempre e solo a Kamurocho) e nei mini-game. Se infatti prima era possibile entrare nei centri SEGA e giocare a titoli classici davvero divertenti (o andare a pesca sul fiume), adesso non si potrà fare altro che recuperare qualche peluche con la mano meccanica per completare qualche storia collaterale. Anche questo riduce la durata e il tempo della storia, con un titolo che può essere completato in una ventina di ore circa anche con qualche quest secondaria completata, ma poco male, perché al primo run si sbloccheranno la modalità ‘libera’ in cui potrete vagare per il quartiere e dedicarvi ad attività che più vi aggradano e divertono senza dover avere limiti di storia, le climax battle (presenti anche in Yakuza Zero) e le sfide a due giocatori ai mini-game: biliardo, mini4wd, etc. Se ve ne fosse bisogno, a corroborare un giudizio più che positivo contribuisce anche il costo molto contenuto di questo remastered, per la felicità non solo dei fan, ma anche di quelli che a torto non avevano ancora provato un Yakuza.
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